Attualità

Vandalismo, nel mirino i monumenti storici

Incisioni, scritte e disegni: tra vernice spray e lettere scalfite nella pietra, negli ultimi tempi il tema del vandalismo è stato oggetto di numerosi dibattiti. Partendo da Roma, passando per Pisa e arrivando a Milano, a finire nel mirino di questo fenomeno sono stati monumenti di indiscussa rilevanza storica come il Colosseo, la Torre di Pisa e la Galleria Vittorio Emanuele. Le motivazioni che possono celarsi dietro agli atti vandalici sono molte e varie, ma le più importanti si possono riassumere in tre categorie: lasciare il segno, protestare e cancellare il passato.

Vandalizzare per… lasciare il segno

Quella di lasciare un segno indelebile è sicuramente una delle ragioni più rilevanti che si nascondono dietro agli atti vandalici. In un primo momento, incidere il proprio nome o quello della persona amata nella pietra può esser visto come un modo per lasciare un’impronta o rendere eterno un amore: un’incisione, in fondo, è qualcosa che resta per sempre e non può essere cancellata in alcun modo. La filosofia che si cela dietro questo ragionamento è un po’ la seguente: lasciare una traccia della mia esistenza su un monumento immortale, renderà eterno anche me. Eppure, che si tratti di romanticismo o semplice ingenuità, una cosa è certa: vandalizzare è un reato a tutti gli effetti, e lo è a maggior ragione se ad esser coinvolti sono monumenti di rilevanza storica come il Colosseo o la Torre di Pisa. 

Vandalizzare per… protestare

I beni culturali e architettonici, come è risaputo, rappresentano simbolicamente il Paese al quale appartengono: le Piramidi di Giza identificano l’Egitto, il Partenone la Grecia, e il Colosseo l’Italia. Ed è proprio per questo che, quando si vuole protestare contro un Paese, spesso si parte proprio dal vandalizzare i suoi monumenti storici: dipingere, scrivere e disegnare sui simboli monumentali di uno Stato viene visto come un modo per far sentire la propria voce ai governi e alle istituzioni di quest’ultimo. Si pensi, per esempio, ai cosiddetti eco-vandali: per mettere in rilievo i propri pensieri e le proprie preoccupazioni circa il problema dei cambiamenti climatici, in più occasioni hanno preso di mira monumenti come la Fontana di Trevi a Roma o la Galleria Vittorio Emanuele di Milano. 

Vandalizzare per… cancellare il passato

I monumenti, però, non sono considerati da tutti allo stesso modo: se per alcuni il loro valore storico è visto come sacro ed intoccabile, per altri, è identificabile come qualcosa di regressivo. Molto spesso, infatti, le strutture secolari vengono delineate come simbolo di un passato ormai antico e non più condivisibile, non più adeguato ai tempi e al progresso. Vandalizzare i monumenti secolari, che appunto rappresentano la storia, per alcune persone equivale a cancellare un passato ormai antiquato. In fondo, è proprio questo il meccanismo che i futuristi applicarono all’inizio del XX secolo: ammaliati dalla scia del progresso e della rivoluzione industriale, decisero di dichiarare guerra ai monumenti storici e a tutto quello che era considerato vecchio.

Elisa Siglioccolo

Studentessa di giornalismo a tempo pieno. Amante della fotografia, dei libri e dei viaggi. Scrivo per raccontare la bellezza che vedo nel mondo.

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