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Sanremo… controcorrente: “Mai guardato il festival”

Record di ascolti, share da capogiro e televoto in tilt: senza ombra di dubbio, l’ultima edizione del festival di Sanremo ha tenuto gli italiani incollati allo schermo. Nonostante questo, però, ci sono molte persone che hanno scelto di non guardare il programma: alcuni per motivi lavorativi, altri perché non reggono i ritmi notturni delle puntate, e altri ancora per una questione di principio. Per capire meglio quali siano le ragioni di questi ultimi, abbiamo intervistato Lorenzo, un ragazzo di 21 anni che frequenta la facoltà di Fisica alla Sapienza Università di Roma.

Vedere Sanremo è ormai diventata una vera e propria tradizione in Italia. Qual è la motivazione che ti spinge a non considerarla così e, di conseguenza, a non seguire il programma?

Sono cresciuto in una famiglia nella quale lo spazio dedicato alla televisione è sempre stato marginale. Sin da bambino ricordo che i miei compagni di classe parlavano dei vari programmi televisivi come “L’eredità”, “Avanti un altro!” o “Ciao Darwin”, discutendo su quel che era accaduto la sera prima in televisione, ed io puntualmente ero estraneo ai vari discorsi. Ricordo anche che nella mia comitiva programmi come “Amici” o “XFactor” erano, e in realtà sono, molto seguiti e sempre oggetto di dibattito, dibattito che si ripresenta ogni anno affiancato alle varie tifoserie per uno o l’altro concorrente. In famiglia abbiamo sempre visto la televisione per guardare vecchi telefilm come “A-team”, “Hazzard”, “Supercar”, e tutto quel filone anni ’80. Ti racconto tutto questo per farti capire che, nonostante a livello nazionale Sanremo sia percepito come un evento importante, nel mio immaginario non si è mai creata un’idea di programma da seguire e da poter commentare con gli amici proprio perché sono sempre stato fuori da questo tipo di dinamiche. Aggiungo a questo anche una personale propensione ad evitare le polemiche sterili e le tifoserie da stadio riguardo ai format che non stimolano una “partecipazione intellettiva” dello spettatore, ma che puntano semplicemente a una sua fruizione passiva. Oltre a questo, comunque, c’è anche un mio personale disinteresse verso i programmi che parlano di canto e di ballo. Al di là di questo, comunque, le performance di Sanremo degne di nota sono oramai facilmente recuperabili su internet, e questo mi invoglia ancora meno a seguire il programma in diretta.

Sanremo è “il festival della canzone italiana”. Sei d’accordo con questa definizione o pensi che le canzoni presentate non rappresentino davvero lo scenario musicale italiano?

Definire cosa sia con precisione lo scenario musicale italiano non è così facile, penso però che Sanremo abbia sicuramente il merito di presentare una buona varietà di artisti che in qualche modo ricoprono un ventaglio abbastanza ampio di generi musicali. Perciò, sì, sono d’accordo con questa definizione.

La partecipazione al festival di un cantante o di un personaggio pubblico da te amato ti spingerebbe a guardare Sanremo?

Non credo sarei comunque interessato, soprattutto se penso a fatti recenti, come il trattamento che è stato riservato a John Travolta in questa ultima edizione del festival. Sarei tuttavia pronto a valutare la possibilità di seguire il programma se venisse invitato un personaggio che potrei eventualmente reputare un valore aggiunto al festival.

Se potessi interfacciarti con il direttore artistico, c’è qualcosa che gli consiglieresti di inserire nel programma affinché la prossima edizione abbia un ascoltatore in più?

Domanda complessa perché per rispondere con piena cognizione di causa dovrei aver seguito il programma. Quello che posso dire è che personalmente trovo stucchevole e forzata la quantità di gag presenti all’interno del programma. Al contrario, credo che se ci fosse un maggiore spazio dedicato agli artisti, in cui potessero condividere la loro storia, le loro idee e la loro concezione di musica, sarei più invogliato a seguire il programma. Programma che, comunque, reputo, almeno in parte, un momento di cultura e condivisione nazionale.

Elisa Siglioccolo

Studentessa di giornalismo a tempo pieno. Amante della fotografia, dei libri e dei viaggi. Scrivo per raccontare la bellezza che vedo nel mondo.

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