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SPECIALE/ Truffe agli anziani, tanti modi e come difendersi

Gli anziani, a causa dell’età e della condizione di solitudine in cui spesso vivono, sono i destinatari principali delle truffe. Questo fenomeno, in rapida diffusione, sta assumendo caratteristiche e modalità nuove, che mettono sempre più a repentaglio la sicurezza di queste fragili vittime.

Esplosione del fenomeno: perché proprio gli anziani?

A rendere gli anziani “prede appetibili” per i malviventi sono i loro riflessi rallentati, spesso aggravati da problemi di salute, la scarsa conoscenza dei rischi, e l’isolamento, dovuto alle ridotte relazioni sociali. Questi fattori hanno contribuito all’esplosione del fenomeno, che è in costante aumento e che vede la rapida e continua elaborazione di nuove e “raffinate” tipologie di truffa. Vediamone alcune.

La classica truffa del “finto poliziotto”, del “finto avvocato” o del “finto nipote”

Un trucco frequentemente usato dagli impostori è quello che inizia con una chiamata sul telefono fisso della vittima, nel corso della quale un presunto “poliziotto” o “avvocato” (il c.d. “telefonista”) racconta che un parente dell’anziano (un nipote o un figlio) è stato coinvolto in un incidente e che, per evitare problemi con la giustizia, è necessario fare un pagamento immediato, in denaro contante o in gioielli. Il truffatore non chiude mai la telefonata, per impedire che la vittima possa chiamare il parente menzionato e verificare la notizia. L’anziano cade nell’inganno e consegna il denaro a un complice del finto poliziotto o avvocato (il c.d. “esattore”).

Può capitare che i malviventi, durante la chiamata telefonica, simulino addirittura di essere proprio il congiunto in difficoltà (il c.d. “finto nipote”), al fine di rendere l’inganno maggiormente credibile.

La truffa della consegna del pacco postale

Il truffatore contatta la vittima telefonicamente, comunicandole di dover consegnare un pacco per un parente (generalmente il “finto nipote”) e che è necessario, per ritirare il pacco, fare un versamento in denaro o in gioielli.

Per scongiurare questa truffa, occorre ricordare che, a meno che non sia stata prevista la modalità di pagamento in contrassegno, il corrispettivo di un pacco postale non deve essere pagato in contanti e meno che mai in cambio di oggetti preziosi.

Il “finto funzionario” INPS, ENEL od INPDAP

Il malvivente si presenta alla porta dell’anziano fingendosi un funzionario INPS, ENEL o INPDAP, solitamente di mattina e, con la scusa di dover controllare il contatore della luce o del gas, oppure la posizione contributiva o pensionistica, si introduce nell’abitazione. Di solito, il truffatore simula il pericolo di un’esplosione attraverso uno strumento che provoca scintille, mettendo in apprensione l’anziana vittima che, per scongiurare un incendio, viene convinta a raccogliere il denaro e gli oggetti preziosi. Una volta raccolti, vengono sottratti all’anziano che viene distratto con una scusa.

Ricordiamoci che gli Enti non seguono questo tipo di procedura: affiggono infatti gli avvisi nei condomini (con relativi recapiti) prima di fare i loro controlli. 

Le false pietre preziose

Il delinquente, di solito un individuo dall’aspetto distinto e di mezza età, recita la parte dello straniero che ha necessità di raggiungere il proprio paese d’origine, ma non può farlo perché non ha i contanti per pagare il viaggio. Così ferma un anziano per strada, cercando di vendergli un finto gioiello prezioso, attribuendogli un valore di migliaia di euro e mostrandosi disponibile alla vendita ad un prezzo ridotto. Al momento dell’offerta, interviene il complice che recita la parte del gioielliere e che, munito di una lente in mano, finge a sua volta di controllare il “gioiello”, per l’acquisto del quale offre 5 mila euro. A quel punto, il “finto straniero” dice di preferire che sia la vittima ad acquistare il gioiello, e la convince, ricavando dall’inganno una somma che può andare dai 2 mila ai 3 mila euro.

La falsa beneficenza

Un signore ben vestito e di circa 50/60 anni simula di essere un medico o un rappresentante farmaceutico alla ricerca di un deposito per donare medicinali a scopo di beneficenza. Agisce nei quartieri borghesi, fermando un anziano per strada e domandandogli informazioni sul deposito. A questo punto, passa il complice che dice di sapere dove si trova il deposito, ma che questo sia stato chiuso. Il truffatore dice allora di aver necessità di una somma di denaro contante per poter procedere ad una donazione tramite notaio, ma di non averne la disponibilità immediata; chiede quindi i soldi alla vittima, garantendogli il riconoscimento di un compenso in denaro come ringraziamento. L’anziano, certo di partecipare alla beneficenza, accetta e viene accompagnato a un bancomat per ritirare la somma; viene poi fatto salire su un veicolo diretto a uno studio notarile. Durante il viaggio in auto, i malviventi fingono di ricordarsi il bisogno di acquistare una marca da bollo, necessaria per procedere alla donazione. Accostano l’automobile vicino ad un tabaccaio e fanno scendere l’anziano, incaricandolo di comprare la marca da bollo. Ecco allora che, appena l’anziano scende, lasciando i contanti in macchina, i truffatori spariscono e la vittima, ormai truffata, rimane sola ed abbandonata per strada.

La falsa eredità

Il truffatore avvicina l’anziano per strada, fingendo di essere alla ricerca di un vecchio amico a cui deve consegnargli un’eredità, e gli chiede informazioni. Naturalmente la vittima non conosce la persona menzionata. Ecco intervenire il complice del truffatore che, passando vicino, prende parte alla conversazione e dice che quella persona è deceduta. A questo punto il truffatore dichiara che occorre andare da un notaio, ma che prima serve avere un anticipo in denaro, che viene ovviamente chiesto alla vittima. La truffa si conclude con il classico abbandono dell’anziano, che viene fatto allontanare con un pretesto.

Il falso pescivendolo

Il criminale, appostato fuori da un supermercato, si presenta ad una persona anziana come un commerciante di pesce: finge di essere un vecchio amico in difficoltà economica, proponendo al malcapitato, per pochi soldi, l’acquisto di pesce freschissimo che dice di tenere, poco distante, in un furgone. L’anziano spesso cede alla richiesta del finto vecchio amico e, dopo aver consegnato del denaro al truffatore, aspetta che questi torni con il pesce promesso. Ma il criminale si dilegua velocemente lasciando l’anziano ad aspettare.

La truffa dello spoofing

Lo spoofing è oggi uno dei principali espedienti messi in pratica dai truffatori: consiste in un attacco informatico che falsifica in vari modi l’identità.

L’anziano riceve un messaggio (sms), apparentemente riconducibile al servizio clienti della propria banca, che lo avvisa di un attacco informatico in corso sul suo dispositivo mobile e sui suoi conti correnti, invitandolo a cliccare sul link contenuto nel messaggio, per avviare la procedura di blocco e per mettere in sicurezza il suo capitale. La vittima, dopo aver seguito le indicazioni del messaggio, riceve una telefonata di un finto operatore del servizio antifrode della banca; quest’ultimo, dopo la conferma dell’attacco sul suo conto corrente, convince l’anziano a spostare tutti i risparmi verso conti sicuri, per interrompere i prelievi non autorizzati. Il trasferimento avviene attraverso diversi bonifici, che vengono eseguiti dalla vittima utilizzando IBAN riconducibili ad altri conti correnti.

Relativamente allo “spoofing”, è stata anche segnalata una variante di questa truffa: una telefonata da parte di persone che si fingono poliziotti della Postale.

La finta volontaria della parrocchia

Il criminale è generalmente una donna che, presentandosi alla porta di casa e fingendo di essere una volontaria della parrocchia, riesce ad introdursi nell’abitazione delle anziane vittime per rubare denaro contante e oggetti preziosi.

“L’amico del figlio”

Il truffatore avvicina in strada un anziano e, fingendosi un collega od un amico del figlio a cui ha prestato 100 euro, tenta di farseli dare dall’anziano, intimidendolo con un tono di voce alto e aggressivo.

La truffa della “falsa vicina di casa”

L’anziano viene avvicinato da due truffatori che, con il pretesto di recuperare degli oggetti caduti nel balcone del piano di sopra, chiedono di entrare in casa. Nel frattempo, un complice aspetta i criminali in un’auto parcheggiata nei pressi del palazzo, pronto per la fuga.

In genere i truffatori sono due donne: una chiede di poter entrare nell’appartamento per poter recuperare gli oggetti e, una volta entrata, tira fuori (senza farsi vedere) gli oggetti dalla propria borsa fingendo che siano quelli caduti sul balcone; mentre l’altra, approfittando della distrazione della vittima e della porta lasciata socchiusa, si introduce indisturbata nell’appartamento e, girando nelle stanze, sottrae denaro e oggetti preziosi.

La truffa dei falsi tamponi Covid-19

I malviventi si presentano con tesserini e divise della Croce rossa, Protezione civile, Aziende sanitarie, Comuni, e si offrono di fare gratuitamente il tampone per l’accertamento della positività al Covid-19. Il loro scopo, in realtà, è quello di introdursi nelle case delle vittime per far razzia di denaro e oggetti di valore. I truffatori solitamente fanno uso di tessere di riconoscimento e di divise false, ma a volte usano quelle autentiche, dopo averle rubate dai magazzini dei vari enti.

Occorre ricordare che i medici e le altre persone incaricate di fare i controlli porta a porta agiscono invece solo a seguito di una preventiva campagna di comunicazione.

La truffa del falso incidente stradale

L’anziano, mentre è alla guida della sua auto, si ferma dopo aver sentito un forte rumore proveniente dalla parte posteriore del veicolo. La vittima, a questo punto, scende dal veicolo e viene aggredita verbalmente dal truffatore che, sostenendo di essere stato urtato, ritiene di aver subito un danno e pretende che gli si diano centinaia di euro per riparare il danno subito. L’anziano viene allora portato dal truffatore a un bancomat per prelevare il denaro e procedere al pagamento.

La truffa della falsa informazione stradale

Il malvivente, dopo aver chiesto informazioni stradali all’anziana vittima, la abbraccia per ringraziarla e mentre la abbraccia le sottrae il portafoglio (o i gioielli).

Gli spot della Polizia di Stato contro le truffe

La Polizia di Stato ha realizzato, per sensibilizzare i cittadini contro questo ignobile fenomeno criminale delle truffe, una campagna informativa-pubblicitaria, costituita da quattro spot che mostrano alcune tipiche situazioni di truffa ai danni degli anziani. Il progetto è stato nominato “Sicuri ad ogni età” e ha come protagonista l’attore Lino Banfi nel ruolo di “Nonno Libero”.

Banfi, quale testimonial dell’iniziativa, ha voluto dare un suo consiglio ai pensionati: “Le parole giuste sono 3: chiama la Polizia”.

“Anziani più informati, anziani più sicuri”

Questo è l’obiettivo della quinta edizione della campagna nazionale contro le truffe agli anziani “Più sicuri insieme”, promossa dall’Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato (Anap), insieme al Ministero dell’Interno, e presentata a Roma il 18 aprile del 2023.

La Polizia di Stato è parte attiva di questa campagna: organizza su tutto il territorio nazionale incontri e distribuisce vademecum che contengono alcuni consigli per sensibilizzare gli anziani ed aiutarli a difendersi.

Consigli della Polizia agli anziani:

• Non aprire la porta di casa a sconosciuti, anche se vestono un’uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità, e verificare sempre con una telefonata da quale servizio sono stati mandati gli operai che bussano alla vostra porta e per quali motivi. Inoltre, occorre ricordare che nessun ente manda personale a casa per il pagamento delle bollette, per rimborsi o per sostituire banconote false date erroneamente.

• Farsi accompagnare quando si fanno operazioni di prelievo o versamento in banca o in un ufficio postale, soprattutto nei giorni in cui vengono pagate le pensioni, e non fermarsi mai per strada per dare ascolto a chi offre facili guadagni o a chi chiede di poter controllare i vostri soldi o il vostro libretto della pensione, anche se si tratta di una persona distinta e dai modi affabili.

• Fare attenzione a improvvise manifestazioni di affetto da parte di estranei.

• Se si ha il dubbio di essere osservati, fermarsi all’interno della banca o dell’ufficio postale e parlare con gli impiegati o con chi effettua il servizio di vigilanza. Se si è per strada, entrare in un negozio, oppure cercare un poliziotto o una compagnia sicura.

• Durante il tragitto di andata e ritorno dalla banca (o dall’ufficio postale) con i soldi in tasca, non fermarsi con sconosciuti e non farsi distrarre. Inoltre, occorre ricordare che nessun cassiere di banca o di ufficio postale insegue i clienti per strada per rilevare un errore nel conteggio del denaro che ha agli stessi consegnato.

• Quando si utilizza il bancomat, occorre farlo con prudenza ed evitate di operare qualora ci si senta osservati.

• Diffidare totalmente di chi, spacciandosi per un assistente del servizio clienti della propria banca o per un poliziotto, richiede l’esecuzione di bonifici o pagamenti in qualsiasi forma. Infatti, le banche non chiedono mai ai propri clienti, né per telefono né per mail, di eseguire movimenti di somme di denaro o di comunicare le proprie credenziali di accesso ai servizi di home banking.

Conclusioni

Gli anziani sono importanti, perché rappresentano la memoria storica della nostra società. Non sono soli e non devono sentirsi tali. Ogni cittadino deve fare la sua parte allo scopo di creare una rete solidale che metta in guardia da questi gesti criminali.

Non lasciamo soli i nostri parenti più anziani e neppure i nostri conoscenti, come i nostri vicini di casa: interessiamoci ai loro problemi quotidiani, per farli sentire più sicuri ed evitare che possano essere vittime di criminali senza scrupoli, che causano loro danni patrimoniali di rilevante entità e gravi ripercussioni a livello psicologico.

Occorre poi esortare gli anziani che siano già stati vittime di truffe a denunciare; perché la denuncia è l’unico strumento che permette alle Forze dell’ordine di svolgere indagini, fare prevenzione ed evitare che altri cittadini subiscano i medesimi raggiri.

Efficace ed emblematico è l’hastag usato dalla Polizia di Stato per contrastare il fenomeno delle truffe agli anziani: #chiamatecisempre.

Lucrezia Maria Santucci

Studentessa di Giurisprudenza. Amante dell'arte in tutte le sue espressioni, dello sport e della lettura.

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