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Bialetti cambia rotta, non identità

Una rivoluzione nata da un’intuizione

Nel 1933 un oggetto domestico cambia per sempre il modo di bere caffè. Alfonso Bialetti, artigiano piemontese esperto nell’alluminio, osserva una vecchia lavatrice francese e ne ricava un’idea brillante: usare la pressione dell’acqua bollente per estrarre il caffè. Nasce così la Moka Express, con la sua forma ottagonale e l’anima semplice. Da quel momento inizia un viaggio che porta l’Italia a esportare non solo un modo di fare caffè, ma uno stile di vita.

La svolta di Renato Bialetti e la rinascita del made in Italy

La Moka Express sarebbe rimasta un’invenzione locale se nel 1946 Renato Bialetti non avesse trasformato l’intuizione del padre in un marchio destinato a fare storia. Tornato dalla prigionia, porta in azienda una visione imprenditoriale moderna. Sotto la sua guida nascono la produzione industriale, le prime grandi campagne pubblicitarie e l’iconico Omino con i Baffi, simbolo del brand. In un’Italia che si affaccia al boom economico, la caffettiera entra in ogni casa: semplice, economica e vicina alla gente. Diventa un rituale quotidiano che accompagna generazioni.

L’evoluzione tra design e cultura pop


Dagli anni ’60 Bialetti amplia la propria offerta: padelle antiaderenti, Moka elettriche e materiali innovativi. Negli ultimi anni nuove collaborazioni hanno arricchito il marchio. Dolce & Gabbana la decora con stampe e colori mediterranei, Netflix la inserisce nell’universo di Bridgerton e Squid Game, mentre The North Face la rende compagna delle avventure outdoor. Tradizione e cultura pop si fondono senza forzature.

Il passaggio a Est e una nuova stagione


Ad aprile 2025 Bialetti apre un nuovo capitolo: il fondo Nuo Capital di Hong Kong acquisisce la maggioranza del capitale sociale. Un cambiamento importante, ma non una rottura. Il marchio resta legato all’identità italiana, ma si apre a nuove risorse e mercati. L’obiettivo è rilanciare il brand a livello globale, ampliare l’offerta e innovare, senza perdere le radici. L’Italia resta il cuore del progetto, con uno sguardo più ampio e internazionale.

Radici salde, sguardo avanti


Il rischio di perdere autenticità c’è, ma si apre anche un’opportunità. È il momento di far dialogare passato e futuro, unire artigianato e tecnologia, intrecciare cultura locale e ambizione globale. La Moka continua a parlare la lingua universale del caffè, fatta di riti e storie. Oggi lo fa con nuovi strumenti, ma con lo stesso spirito: portare un piccolo piacere quotidiano nelle case di tutto il mondo.

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