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“30 giorni con il mio ex”: non solo una commedia romantica

Arrivato nelle sale cinematografiche il 17 aprile, il nuovo film di Guido Chiesa, “30 giorni con il mio ex”, ha un titolo che lo potrebbe far apparire come una classica storia romantica a cui siamo abituati, quando in realtà la pellicola tratta un tema molto delicato: la salute mentale, in questo caso all’interno di una famiglia. 

Una convivenza inaspettata

La trama racconta la storia di Bruno (Edoardo Leo), un uomo particolarmente ansioso, che si lascia convincere dalla figlia adolescente con cui vive a ospitare in casa per trenta giorni la ex moglie Terry (Micaela Ramazzotti), appena uscita da una clinica specializzata in malattie mentali: la donna soffre infatti di una malattia che le fa sentire voci cattive e minacciose. Inizialmente Bruno sembra essere riluttante all’idea, non volendo rovinare l’equilibrio e la serenità che ha creato in casa con sua figlia dopo tanti anni e temendo che la ex moglie possa scombussolare la vita che con non poche difficoltà è riuscito a rimettere in sesto. Tuttavia, con il passare dei giorni, si renderà conto di quanto Terry, per quanto caotica, sia in realtà un uragano di emozioni nella sua vita divenuta ormai fin troppo noiosa, precisa e ordinaria. 

L’amore non sempre è quello romantico

Questo film non è una semplice commedia romantica, ma un invito alla riflessione e alla sensibilità emotiva: racconta con una tenerezza senza paragoni una situazione sentimentale e familiare diversa dal solito, una vera e propria altalena di emozioni. 

Lo scorso 22 aprile, il regista e i due attori protagonisti sono stati ospitati al Multisala Lux di Roma, cinema a cui Edoardo Leo è molto legato fin da ragazzo, per un breve saluto al pubblico prima della proiezione del film: “Vogliamo molto bene a questo film e siamo contenti che siate venuti a vederlo con i vostri ex”, scherza l’attore romano nel suo discorso agli spettatori in sala. Nella stessa occasione il regista Chiesa ha definito il film ‘una commedia romantica un po’ particolare’, proprio perché è effettivamente una storia d’amore, che però ha in un certo senso il ‘compito’ di trattare un tema non facile come quello della salute mentale. Mentre Micaela Ramazzotti, attrice protagonista di questa storia, ha sottolineato quanto poco si parli di salute mentale e di come in questo film Guido Chiesa sia riuscito a toccare questa tematica in modo tenero, con grande dolcezza e sensibilità. 

Un mix di comicità amore e riflessione

Il reinserimento nella società di Terry e l’accoglienza da parte dell’ex marito e della figlia, che sente la mancanza di una figura materna, devono in qualche modo aiutarla a ritrovare la sua genitorialità e il suo essere madre: non è infatti da tutti riaccogliere una persona con problematiche di questo genere in casa: spesso si è spaventati e preoccupati di non essere all’altezza, quando invece spesso sono proprio le persone considerate ‘problematiche’ ad essere impaurite da questo reinserimento e dalle opinioni che la società potrebbe avere di loro. 

Tra risate e momenti nei quali potrebbe scendere una lacrima, questo film rappresenta il perfetto mix di comicità, amore (non solo romantico) e riflessione su quanto ci si possa sentire inadatti in determinati contesti e avere paura di essere visti per ciò che si è realmente.

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