Chirù: il romanzo breve ma intenso di Michela Murgia
Dopo il successo di “Accabadora”, nasce Chirù, pubblicato da Einaudi nel novembre 2015, uno dei romanzi di Michela Murgia, scrittrice scomparsa nel 2023. Il romanzo segna un cambio di tono rispetto alle sue opere precedenti: la scrittura si fa più asciutta, diretta, quasi teatrale. In poco meno di duecento pagine, la Murgia ha costruito una storia intima e tagliente, tutta giocata sul dialogo e sul non detto. Al centro c’è un legame profondo, ma instabile, tra due persone molto diverse. Chirù è un romanzo breve, ma denso, che interroga il lettore e lo lascia spesso senza risposte facili.
Un legame fatto di potere e desiderio
La storia ruota intorno all’incontro tra Chirù, diciottenne sensibile e ambizioso, e Eleonora, attrice quarantenne, sicura di sé ma piena di contraddizioni. Lui le scrive per chiederle di essere il suo mentore. Lei accetta, incuriosita e forse un po’ annoiata. Ma quello che nasce non è un rapporto lineare. Non è amicizia, non è amore. È qualcosa che sta in mezzo, fatto di tensione, attrazione, aspettative e gioco di potere. Eleonora guida, osserva, mette alla prova. Chirù ascolta, reagisce, si lascia affascinare. Ma non si limita a subire: impara in fretta, sperimenta il suo spazio, e inizia a sfidarla. Il loro rapporto è dinamico e instabile. I ruoli sembrano chiari all’inizio, ma col tempo si confondono. Chi insegna, chi impara? Chi domina, chi cede? Ogni incontro tra loro è un duello emotivo. Le parole servono a comunicare, ma anche a ferire o sedurre. Il corpo, i silenzi, gli sguardi diventano parte del linguaggio. Chirù non vuole solo ricevere lezioni: cerca conferme, vuole essere visto e riconosciuto. Eleonora, invece, vuole mantenere il controllo, ma finisce spesso a fare i conti con le sue insicurezze. In questa tensione continua si rivela la natura più autentica del loro legame: una relazione in cui si cresce, ma a caro prezzo. Entrambi cambiano, ma senza sapere se stanno davvero migliorando.
Eleonora: maestra imperfetta e figura femminile complessa
In Chirù, il ruolo della guida è affidato a una donna. Eleonora non è una maestra dolce o materna. Non consola, non protegge, non accoglie. È dura, spesso ambigua, capace di grande intelligenza ma anche di freddezza. Usa il sapere come uno strumento di potere. E in questo si distingue da molte figure femminili della narrativa italiana. Murgia le affida un compito insolito: insegnare senza mai semplificare. Eleonora mostra a Chirù che l’esperienza non sempre salva, che il dolore non sempre educa. È una donna che ha sofferto, ma non cerca redenzione. È consapevole della propria forza, e la esercita anche in modo spietato. In questo senso, Chirù è anche un romanzo sul potere delle donne. Un potere che non chiede il permesso e non si scusa mai.

