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Ortoressia, il male oscuro del “mangiare sano”

Giulia, Sara e Luca erano ossessionati dal “mangiare sano”. Giulia ingeriva solo riso e pollo, Sara esclusivamente le verdure del suo orticello e Luca non poteva fare a meno della sua dieta “proteica”.

Quello che all’inizio era sembrato uno stile di vita virtuoso era diventato per loro una forma di schiavitù. Erano ortoressici, malati di una vera e propria forma di dipendenza dal cibo. Tra i disturbi alimentari i più noti sono l’anoressia e la bulimia. Ma l’ortoressia rappresenta la faccia nascosta di un rapporto difficile con il cibo. Eppure è un disturbo molto frequente. 

Una patologia difficile da riconoscere

È difficile riconoscere questa patologia, neppure da chi ne soffre: è un disturbo silente. Il disturbo infatti non danneggia l’aspetto fisico. Rispetto ad  anoressia e bulimia, differisce per la focalizzazione, che riguarda la qualità e non la quantità del cibo. Infatti, l’eccessiva preoccupazione per il tipo e la purezza del cibo possono provocare ansia, depressione e disagi nella vita sociale e lavorativa di chi ne è affetto, come spiega lo psicologo Enrico Prosperi.

Gli esperti parlano di “spiritualità della cucina” poiché l’ortoressico spende la maggior parte del tempo a pianificare, acquistare, e preparare i pasti. 

I soggetti più a rischio

Ma non tutte le persone che seguono un’alimentazione sana e attenta rischiano di sviluppare un disturbo di questo genere. Secondo gli esperti c’è una predisposizione psicologica e lavorativa. I soggetti maggiormente esposti alla patologia sono coloro che lavorano nel settore dell’alimentazione e del fitness. Inoltre, hanno caratteristiche di personalità come il perfezionismo, il nevroticismo, i tratti ossessivo compulsivi.

Il cibo, il fisico e i social 

Certamente anche i social incoraggiano ideali corporei non realistici e un’alimentazione eccessivamente salutistica. Al giorno d’oggi si dà una grande importanza al concetto di perfezione connessa alla magrezza. Questo elemento è acuito dall’uso eccessivo dei social. Ovviamente i soggetti che vengono attratti da modelli di fitness sono coloro che hanno una maggior “insoddisfazione corporea e attuano un continuo confronto fisico con gli altri”, spiega Mariantonietta Fabbricatore, della Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Come Giulia, Sara e Luca, che hanno sofferto ma poi avuto il coraggio di chiedere aiuto e la forza di combattere e sconfiggere il male oscuro del “mangiare sano”.

Giulia Mutti, Master in giornalismo della LUMSA

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