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Zampe incrociate e code alte, l’universo delle mostre canine 

Le mostre canine rappresentano un universo affascinante: eleganti sfilate in cui cani di razza si contendono titoli e riconoscimenti sotto lo sguardo attento dei giudici. Ma queste competizioni hanno origini molto più antiche e radicate di quanto si possa pensare, frutto di un lungo processo culturale che ha trasformato il rapporto tra l’uomo e il cane.

Dalle corti vittoriane ai grandi ring: l’evoluzione delle esposizioni canine 

Le prime esposizioni canine ufficiali nacquero nell’Inghilterra vittoriana, intorno alla metà del XIX secolo. La prima vera mostra documentata si tenne nel 1859 a Newcastle, riservata a pointer e setter, due razze utilizzate per la caccia. L’evento ebbe grande successo e, da lì in avanti, l’interesse verso la selezione e la standardizzazione delle razze iniziò a crescere rapidamente. Nel 1873 venne fondato il Kennel Club britannico, che ancora oggi rappresenta uno dei riferimenti principali nel mondo cinofilo. La nascita di questi eventi coincideva sia con una crescente passione per l’allevamento selettivo, legato a cani da caccia, da pastore, da compagnia, sia con un crescente interesse per l’estetica e la purezza genetica. Nel continente europeo, e in particolare in Germania, Francia e Italia, il fenomeno si diffuse progressivamente, dando vita a federazioni e regolamenti sempre più stringenti. In Italia, l’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI), nato nel 1882, regola tutt’oggi le esposizioni ufficiali riconosciute dalla FCI (Fédération Cynologique Internationale), l’organo internazionale di riferimento. Nel corso del tempo, però, il significato delle mostre canine ha subito una trasformazione. Se all’inizio rappresentavano un’esibizione di status sociale ed eleganza, oggi sono diventate momenti di celebrazione della diversità canina e di incontro tra appassionati. 

I criteri di valutazione rimangono legati a standard morfologici e comportamentali ben definiti per ciascuna razza: si osservano proporzioni corporee, dentatura, portamento, movimento, carattere, e perfino il modo in cui il cane si relaziona con il suo conduttore. Tuttavia, accanto alla competizione, ha preso sempre più piede una dimensione sociale e relazionale. Le mostre sono diventate occasioni per scambiare esperienze, ricevere consigli da allevatori esperti, approfondire conoscenze sul benessere animale e, non da ultimo, trascorrere una giornata tra persone che condividono la stessa passione per i cani.

Primi passi… letteralmente: il battesimo nel ring con Vasco

Il 17 maggio scorso io e mio padre abbiamo deciso di partecipare, quasi per curiosità, al raduno nazionale dei bassotti che si è tenuto a Tivoli. Non sapevamo bene cosa aspettarci, né eravamo preparati: nessuna conoscenza delle regole, nessuna idea delle categorie, né del modo in cui si sarebbe svolta la gara. Solo noi, il nostro bassotto Vasco, un giovane dal portamento deciso, ma non proprio da passerella, e tanta curiosità. Il nostro smarrimento è stato evidente fin dall’inizio. Arrivati lì, ci siamo trovati immersi in un ambiente pieno di allevatori, appassionati, cani splendidi dai nomi altisonanti e movimenti perfettamente allenati. Senza sapere bene come funzionasse, siamo entrati nel ring con Vasco, convinti che “in qualche modo avremmo fatto”. La prova consisteva nel camminare in cerchio con il cane al guinzaglio corto, mantenendo un’andatura elegante e regolare. Vasco, però, non era abituato a tutto questo: il passo era incerto, la schiena leggermente curva, l’andatura un po’ scoordinata. Il giudice, professionale ma severo, ha annotato le sue osservazioni sul libretto: “Schiena non perfettamente dritta. Movimento scoordinato.” Un verdetto che ci ha fatto sorridere più che demoralizzare. Nonostante il giudizio, è stata un’esperienza incredibilmente formativa. Abbiamo incontrato tanti altri proprietari di bassotti, e abbiamo conosciuto tante varietà di questa razza: dal fulvo tigrato al pelo lungo arlecchino. Abbiamo conosciuto allevatori che ci hanno dato preziosi consigli su alimentazione, stile di vita, gestione quotidiana. E se da un lato ammetto di non condividere completamente lo spirito competitivo di certe mostre (a volte sembrano trasformare il cane in un trofeo da mostrare, più che un compagno di vita), dall’altro ho compreso il valore di questi eventi come spazi di incontro e condivisione. Parlare con altri appassionati, scambiare esperienze, sentirsi parte di una piccola comunità: tutto questo ha reso la giornata speciale, al di là dei voti e delle medaglie. Vasco, con la sua camminata goffa e la schiena poco allineata, ci ha comunque regalato una giornata di emozioni, sorrisi e nuovi incontri. 

Forse, alla prossima mostra, ci arriveremo un po’ più preparati, ma con lo stesso spirito leggero e curioso che ci ha portati a Tivoli.

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