Nucleare: il quadro sull’Europa e le prospettive future
Sono passati 36 anni dal disastro energetico-nucleare, cos’è successo in Europa, cosa accadrà in futuro?
Chernobyl, 26 aprile 1986
Durante la notte del 26 aprile avvenne uno dei più grandi disastri energetici della storia. Alla base del disastro vi sarebbero stati errori di procedura nel corso di un test di sicurezza su un reattore nucleare. Una nuvola di materiale radioattivo fuoriuscì da un reattore e ricadde su vaste aree intorno alla centrale. I vigili del fuoco dalle vicine stazioni domarono gli incendi, ma non poterono comunque spegnere il nocciolo centrale. Le autorità, nei giorni successivi, utilizzarono elicotteri militari per coprire il nocciolo con sabbia e boro.
Le autorità sovietiche all’inizio non divulgarono la notizia, ma dopo alcuni giorni dovettero ammettere l’incidente, visto che l’aumento anomalo delle radiazioni atmosferiche fu rilevato in Svezia e la notizia si diffuse a livello internazionale. Le nubi radioattive raggiunsero in pochi giorni la Scandinavia, toccando, con livelli di radioattività inferiori, anche il resto dell’Europa.
Lo sguardo sull’Europa
L’energia nucleare nell’Unione europea ha rappresentato nel 2010 il 13,5% del consumo totale. Le politiche energetiche dei paesi membri dell’UE variano notevolmente. Alla fine del 2020 erano 14 (su 27) i paesi che avevano almeno un reattore nucleare tra cui, Francia, Germania e Spagna.
Dopo il disastro nucleare di Fukushima, la Germania ha definitivamente chiuso otto dei suoi reattori e si è impegnata a chiudere i rimanenti entro il 2022. La Svizzera e la Spagna hanno vietato la costruzione di nuovi reattori. Il Belgio sta pensando di eliminare gradualmente le sue centrali nucleari, la Francia invece, spesso considerata un modello nucleare commerciale per il mondo, oggi è bloccata in un dibattito nazionale su un parziale uscita dalla fase nucleare. Nel 1987 in Italia, tramite un referendum, si decise di mantenere il paese fuori dal nucleare.
Le prospettive future
È noto che negli ultimi mesi si stia discutendo, sia a livello nazionale, sia in seno all’Unione Europea sull’energia nucleare. Ci sono grandi divisioni sull’argomento soprattutto in seguito alla crisi energetica e al conseguente aumento dei prezzi. Per molti la risposta è proprio da ritrovarsi nell’energia nucleare.
In Europa il dibatto si svolge su due fronti, uno rappresentato dai paesi che usano il nucleare e vorrebbero espandere la produzione di energia, e l’altro che ha dismesso da anni le centrali (o che le sta dismettendo). Tra questi ultimi la Germania che nonostante la decisione presa all’indomani del disastro di Fukushima, di chiudere le ultime centrali in uso, ora assiste a grandi discussioni e dibattiti interni, derivanti dalla crisi energetica provocata dal conflitto russo-ucraino.
In Italia le ultime centrali sono state disattivate nel 1986. È notizia di qualche mese fa che la Commissione Europea ha inserito all’interno della lista delle energie green sia il gas naturale, sia l’energia nucleare.