Cultura

“Indagini live”, si parte dal delitto del Circeo

Nato come un podcast sui più noti casi di cronaca nera italiana, “Indagini”, del giornalista Stefano Nazzi, prende vita nei grandi teatri italiani, con il titolo “Indagini Live”, in un tour di 18 date – prima tappa a Milano, il 10 aprile scorso – e che vede già 14 appuntamenti sold out con più di 22.000 biglietti venduti.

Stefano Nazzi sceglie di raccontare sui palchi una delle storie più feroci che l’Italia abbia mai vissuto: il massacro del Circeo. Storia emblematica per la crudeltà messa in atto, un delitto definito freddo e lucido. 

Il giornalista, oltre che sul racconto della vicenda in sé, si sofferma sugli anni successivi all’omicidio, in particolare su come i giornali e i media abbiano descritto il fatto e influenzato l’opinione pubblica, ma anche su cosa sia accaduto ai condannati: insomma, una vera e propria “storia nella storia”.

Il delitto del Circeo

Le “Indagini Live” di Stefano Nazzi portano al Circeo. Rosaria Lopez, 19 anni, e Donatella Colasanti, 17 anni, vengono rapite, stuprate e torturate la notte tra il 29 e il 30 settembre 1975, in una villa del Circeo. Lopez perde la vita, mentre, miracolosamente, Colasanti riesce a salvarsi fingendosi morta. Le due giovani vengono ritrovate nel bagagliaio di una Fiat 127 in via Pola, a Roma, la notte del 30 settembre. L’auto era di proprietà di uno dei tre assassini, tutti appartenenti a famiglie della borghesia romana: Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira.

Rosaria Lopez e Donatella Colasanti avevano conosciuto i tre ragazzi pochi giorni prima dell’omicidio: in uno dei vari incontri, Izzo e Guido avevano proposto alle due giovani donne di seguirli ad una festa da sogno sul mare; una festa che si è trasformata in un incubo. 

Nel tardo pomeriggio del 29 settembre il gruppo arriva a Villa Moresca, abitazione di proprietà della famiglia di Ghira, sul promontorio del Circeo, e lì, dopo poche ore, iniziano le avance sessuali, le minacce e le torture, che causano la morte di Rosaria Lopez.

Ghira e Izzo avevano già dei precedenti penali: nel 1973 avevano compiuto una rapina a mano armata e scontato circa un anno e mezzo di pena nel carcere di Rebibbia. Izzo, inoltre, già un anno prima del massacro del Circeo, insieme ad alcuni amici aveva violentato due ragazze, reato per il quale era stato condannato a due anni e mezzo di reclusione, che però non scontò mai, nemmeno un giorno di carcere.

Tour live nei teatri: il racconto

Il giornalista Stefano Nazzi, nel podcast e nel suo tour, ha scelto di dare maggior rilievo al modo in cui si cerca di ricostruire la verità e a ciò che accade a distanza di anni dai crimini e dagli omicidi.

Il racconto del giornalista segue il filo dell’informazione mediatica e televisiva, concentrando l’attenzione sul ruolo dei media e su come essi abbiano influenzato le indagini.

Dopo una prima testimonianza sulla vicenda, Nazzi si sofferma sull’inizio del processo nell’estate del 1976. Spiega che Izzo e Guido furono condannati all’ergastolo in primo grado mentre Ghira, avvisato tramite una soffiata, riuscì a scappare e non prese mai parte a nessun processo. Di lui si avranno notizie confuse negli anni, verrà infatti riconosciuto prima in Spagna, poi in Brasile, ed infine a Roma. 

La narrazione del giornalista si sposta sugli anni successivi al delitto: il 1981, l’anno della seconda evasione di Guido, in Sud America (verrà poi rintracciato ed estradato in Italia). Il 2004, l’anno in cui Izzo conquista la semilibertà, ma l’anno dopo compie il suo secondo omicidio: rapisce ed uccide Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, rispettivamente la moglie e la figlia di Giovanni Maiorano, pentito della Sacra Corona Unita. Per questo delitto, Izzo verrà condannato ad un secondo ergastolo.

Nazzi conclude il racconto con la storia di Donatella Colasanti e della sua scomparsa nel 2005 a causa di un tumore al seno, sottolineando, con commozione, che la donna non smise mai di chiedere giustizia fino al suo ultimo giorno.

Ludovica Marcucci

Studentessa di giornalismo con passione per lo sport e la cronaca nera. Determinata e costante, amo viaggiare e raccontare le storie che più mi hanno colpita.

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