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“Strappare lungo i bordi”: una coinvolgente e toccante realtà

Quante volte durante le nostre giornate ci siamo fermati a riflettere sul passato e sul futuro, sulle occasioni mancate, su tutto il tempo impiegato a pensare a problemi che potevano risolversi con un colpo di spugna? Ci siamo mai sentiti inadeguati, fuori luogo, insicuri e non all’altezza di persone od occasioni che ci si presentavano? Quante volte ci siamo chiesti se la nostra quotidianità fosse davvero ciò che ci aspettavamo dalla vita? Di questo tratta “Strappare lungo i bordi”, il nuovo capolavoro del noto fumettista Zerocalcare, una delle serie animate più viste e discusse dell’ultimo periodo.

Un viaggio introspettivo nella vita di Zero 

L’opera, articolata in sei brevi episodi, porta sullo schermo flashback e aneddoti che ripercorrono la vita del protagonista Zero e dei suoi amici Sarah e Secco. Tutti e tre si trovano in treno diretti verso qualcosa di incredibilmente difficile. Il viaggio offre in realtà una cornice narrativa che fa da sfondo a un mondo più complesso; è il viaggio introspettivo del protagonista che racconta le sue esperienze di vita con un occhio malinconico, e al tempo stesso dotato di grande sensibilità. Ciò porta istintivamente lo spettatore a riflettere e fare i conti con la sua stessa vita.

Strappare lungo i bordi dei nostri spigoli

Chiunque guardi la serie può facilmente rispecchiarsi in molte delle vicende che coinvolgono i personaggi. Chi di noi non ha la superficialità e l’indifferenza di Secco, un personaggio che vive di gelato e sfugge dalle difficoltà cercando di non preoccuparsene.

Possiamo rispecchiarci in Sarah, quando la speranza non si spegne nei momenti difficili e ci accorgiamo del lato vero delle cose.

Siamo tutti Alice – l’amore mai vissuto di Zero e infine rimpianto – quando inseguiamo sogni e aspirazioni, e nessuno prende in considerazione tutti gli ostacoli che dobbiamo affrontare. Siamo lei quando viviamo un disagio interiore che spesso viene ignorato. Somigliamo ad Alice quando non chiediamo mai aiuto a nessuno, e nascondiamo debolezze e sofferenze ai nostri cari per non farli preoccupare. Siamo lei quando invece abbiamo bisogno di persone vere accanto a noi, che ci comprendano anche quando non parliamo.

Infine, siamo tutti Zero quando guardiamo la vita distaccati da emozioni, quando ci mettiamo in discussione pervasi da timore del fallimento e il senso di inadeguatezza. Siamo lui quando vogliamo seguire una perfetta linea tratteggiata cercando di avere tutto sotto controllo, e alla fine siamo costretti a “strappare lungo i bordi”.

Il manifesto della generazione dei Millennials

La serie offre molti attimi di ilarità e divertimento, per arrivare in un secondo momento a toccare profondamente l’anima. Con la sua ironica e crudele realtà, “Strappare lungo i bordi” è il manifesto di un’intera generazione che, in cerca del proprio spazio nel mondo, non è ancora riuscita a raggiungere obiettivi prefissati o socialmente accettati. La capacità del fumettista di rappresentare con freschezza una generazione figlia di alte aspettative e alla fine costretta a vivere nella precarietà, in un’esistenza costellata di difficoltà, insicurezze e luoghi comuni, è senz’altro l’elemento più potente della sua produzione artistica. I personaggi della serie sono espressione pura di pensieri, paure e fragilità che non sembrano rispecchiare il tanto bramato modello di perfezione a cui la società aspira. Chi l’ha detto poi che tutte queste cicatrici facciano solo paura? Magari ci renderanno persone migliori che si apprezzano e si amano nonostante tutto.

Maria Felicita Mucci

Studentessa poliglotta di Relazioni Internazionali con la passione per la scrittura, l’arte, la fotografia e la cucina. Il mio segreto? Mettere il cuore in tutto!

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