Cultura

Casa Balla: un gioiello futurista

Nel cuore di Roma, nel quartiere Prati, ha riaperto al pubblico dal 22 settembre del 2023 la Casa museo di Giacomo Balla. Un’officina costellata di forme e colori, espressione dell’estro creativo del maestro futurista, che la chiamò “FuturBalla” (come si legge sulla targhetta attaccata sulla porta d’ingresso).

Vita dell’artista

Giacomo Balla, torinese d’origine e romano d’adozione (con una breve parentesi parigina di sette mesi tra il settembre del 1900 ed il marzo del 1901), fu un artista poliedrico e all’avanguardia. Dotato di grande creatività e straordinaria immaginazione, si dedicò alla musica, alla pittura, alla scultura, alla scenografia, alla letteratura; si interessò inoltre di teorie scientifiche sulla diffusione e rifrazione della luce.

Il giovane Giacomo manifestò fin dall’adolescenza un precoce e inusuale interesse per l’arte, di cui si accorse la madre, che decise allora di investire le sue risorse economiche nella formazione artistica del figlio. Dopo aver terminato le scuole superiori, Giacomo si iscrisse infatti all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.

Nel 1895, a 24 anni, Balla lasciò definitivamente Torino per trasferirsi con la madre a Roma, per guadagnarsi da vivere come ritrattista e illustratore, dove vi rimase per tutta la vita. Nella capitale Giacomo conobbe anche sua moglie, Elsa Marcucci, che sposò nel 1904, e da cui ebbe due figlie: Luce ed Elica, i cui nomi richiamano due dei più importanti oggetti di studio del Futurismo, la luce e la velocità. Alle figlie Balla trasmise la sua passione per l’arte e la sua più grande dote: la creatività.

FuturBalla

Il Futurismo fu un movimento letterario, artistico e politico, fondato nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti, che promuoveva una rottura netta con il passato e un radicale rinnovamento di tutte le forme di espressione artistica, esaltando il dinamismo e la velocità della vita moderna.

Balla, sebbene fosse un pittore già noto (veniva considerato un maestro del divisionismo a livello internazionale), aderì al movimento futurista; del quale lui stesso si proclamò massimo esponente, firmando i relativi Manifesti e le sue opere con lo pseudonimo di “FuturBalla”. Proprio inseguendo l’estetica futurista, Balla trasformò la propria abitazione in un laboratorio di sperimentazione in cui dare spazio alla sua fantasia.

L’arrivo a Casa Balla

L’appartamento, di circa 150 metri quadrati, si trova in Via Oslavia 39b (quarto piano). Come ha scritto il critico letterario Emanuele Trevi, nel suo libro “Casa Balla e dintorni”, “l’appartamento di via Oslavia non è più né un documento né un monumento, ma l’immagine evidente e tridimensionale della mente che l’ha abitata e nello stesso tempo immaginata”. L’appartamento non fu però il primo nido coniugale dell’artista. La famiglia Balla abitò prima in Via Paisiello, ai Parioli, in un appartamento che fu caro all’artista e particolarmente stimolante per la sua arte, grazie alla sua vista panoramica su Villa Borghese. A seguito di uno sfratto ed alla conseguente demolizione dell’edificio, Giacomo si trasferì con la famiglia, nel giugno del 1929, nell’appartamento oggi adibito a museo. Un appartamento “impiegatizio” (come lo definì la figlia Enrica) che fu di fatto la casa della sua vita, dove egli visse per quasi trent’anni, fino alla sua morte (avvenuta nel 1958).

Un universo di forme e colori

Casa Balla era un appartamento dell’Istituto Autonomo ex case popolari, accordato all’artista con un affitto modestissimo e che ebbe in seguito la possibilità di riscattare. Giacomo, nonostante la minore luminosità rispetto alla casa precedente, vi riconobbe due grandi pregi: l’esposizione alla luce solare ed un ampio terrazzo. Nel giro di poco tempo, Balla trasformò l’appartamento in un laboratorio di sperimentazione, ricco di oggetti disegnati e creati dallo stesso artista: tele, affreschi, tessuti e tendaggi ricamati, abiti, ma anche vasi colorati, mobili e cavalletti in legno, piastrelle e ceramiche dipinte a mano, libri e tanto altro ancora.

Ciò che caratterizza in modo particolare l’appartamento, dai soffitti e pavimenti multicolore, è il connubio tra funzionalità quotidiana ed estetica, dove ogni dettaglio è meraviglioso. L’arredamento è stato quasi esclusivamente progettato, dipinto, costruito e lavorato da Giacomo e dalle sue figlie. Pure i famosi vestiti ed accessori (c.d. “futuristi”) internamente esposti, indossati dall’artista, sono stati il frutto e l’espressione dell’arte futurista di Balla.

Giacomo rese la sua dimora non soltanto un gioiello di artigianato in continua evoluzione, ma anche un salotto intellettuale frequentato da personalità del mondo della cultura, di cui amava circondarsi.

L’eredità di Giacomo

Con la morte dell’artista, la cura dell’immobile è passata alle figlie che, ereditando la grande passione del padre, hanno continuato a utilizzarla come fucina creativa, senza però modificarne l’estetica dominante.

Le sorelle Balla diedero concretamente il proprio apporto creativo alla casa-museo. Ne è una testimonianza “La Stans dei rumori”, da loro ironicamente soprannominata: una stanza rumorosa e priva di illuminazione, che la famiglia Balla ricevette a seguito della costruzione di un palazzo immediatamente adiacente alla loro cucina ed alla conseguentemente muratura di una finestra.

Negli anni ’90, con la scomparsa di entrambe le sorelle, l’appartamento romano venne chiuso, avvolto dall’oblio e dal silenzio, che tanto fece preoccupare gli appassionati d’arte.

Proprietà, restauro ed apertura al pubblico

L’appartamento costituisce un patrimonio e un’opera d’arte totalizzante, i cui attuali proprietari sono i nipoti di Giacomo, i figli del fratello (entrambe le figlie rimasero infatti nubili).

Casa Balla, oggi adibita a museo, ha riaperto le sue porte in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita dell’artista e dopo trent’anni dalla scomparsa della figlia Luce.

Nel 2004 è stata dichiarata di interesse culturale dal Ministero della Cultura. Diversi gli interventi di restauro, prima ad opera dell’Istituto Centrale per il Restauro e poi della Soprintendenza Speciale Archeologica per Belle Arti e Paesaggio di Roma.

La messa in sicurezza dei beni e la cura dell’appartamento sono gestite dal 2002 dal MAXXI, che lo ha reso finalmente accessibile al pubblico.

Perché visitare l’immobile?

Ciò che rende la vista a Casa Balla un’esperienza unica e irripetibile non è soltanto l’attenzione al dettaglio, ai colori, alle forme dei suoi oggetti, mobili, elementi d’arredo, ma la passione evidente di chi l’ha realizzata, forse l’opera più incantevole del maestro futurista.

La casa-museo custodisce la memoria di Giacomo Balla, definito da Umberto Boccioni “infuocato dall’amore per l’arte”.

Lucrezia Maria Santucci

Studentessa di Giurisprudenza. Amante dell'arte in tutte le sue espressioni, dello sport e della lettura.

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