Cultura

60 anni dalla morte di Marilyn, è ancora mistero

Il sorriso che più di tutti ha conquistato la scena mondiale, l’attrice simbolo, “Marilyn divenne la donna più famosa del mondo. Lo è ancora”. Queste le parole del giornalista Anthony Summers, finalista premio Pulitzer, che ha indagato sulla morte dell’attrice avvenuta nella notte tra il 4 e il 5 agosto del 1962. Il materiale raccolto nel lavoro di anni, usato per la stesura del suo libro “I segreti di Marilyn Monroe: i nastri inediti”, lo ha poi condiviso con Emma Cooper (regista). Oltre ai documenti cartacei, si tratta di una serie di videocassette, le cui voci originali registrate sono state utilizzate per farne un documentario, uscito su Netflix in aprile 2022. Il film non solo descrive la tragedia che colpì l’attrice all’apice della sua carriera, ma racconta la sua vita passata, svela i retroscena, analizza le ipotesi sulle circostanze della sua morte.   

Macchia nera su tela bianca

Con questo documentario, Netflix rende chiaro in poco meno di due ore uno scenario lontano, perduto. Dell’attrice si sa che ha segnato l’immaginario comune, era il sex symbol più amato d’America, che tuttavia andò incontro a una tragica morte. Marilyn però non era solo fascino e il suo triste epilogo, ma ad esempio era una donna caparbia, alla ricerca di affetto probabilmente nelle persone sbagliate.  Dietro un sorriso smagliante c’erano abusi, violenze fisiche e mentali, la sensazione di non essere abbastanza. Una donna circondata da uomini potenti che sembravano intelligenti, affidabili, ma che finivano per volerla ingabbiare. La ritenevano superficiale, sebbene lei una propria intelligenza la avesse: studiava per diventare un’attrice di talento, fondò la Marilyn Monroe Productions. La facevano sentire meno, forse perché era di più. Provò a diventare madre, ma una serie di aborti spontanei non glielo permisero, e la solitudine caratterizzò sempre di più il suo quotidiano.

La morte di Marilyn

Erano gli anni ‘60, e nel mondo dello spettacolo “Sono in tanti ad Hollywood a fare uso di farmaci. Marilyn non faceva eccezione”, racconta Anthony Summers. È un dato importante, perché la notte del 4 agosto la governante di Marylin vide la luce accesa nella stanza dell’attrice, ma la porta era chiusa a chiave. Chiamò preoccupata lo psichiatra, che ruppe il vetro della finestra per entrare nella camera e constatò la morte della donna. Si era suicidata o era deceduta per un’overdose accidentale di farmaci, questo quanto stabilito a caso chiuso. Secondo alcune testimonianze però Marilyn sarebbe morta prima delle 3.30 di notte.

I Kennedy

Cosa c’entra la famiglia Kennedy nella vita di Marilyn? Appare subito alla mente il video in cui Marilyn canta “Happy Birthday” al presidente John F. Kennedy, o la foto in cui è ritratta anche con il fratello Robert Kennedy, una delle uniche che li vedono insieme. Tutte le altre vennero sequestrate. Un lato oscuro della medaglia, che probabilmente rimarrà tale per la reticenza. Secondo alcune testimonianze attendibili e microspie con cui Marilyn, il presidente e il fratello venivano tenuti sotto controllo, è certo che i due avessero una relazione con l’attrice. Il rapporto si protrasse fino a quando arrivò l’ordine di farla allontanare per le sue posizioni di sinistra. Inoltre in piena Guerra fredda la donna era venuta a conoscenza di sperimentazioni atomiche da parte degli USA, informazioni datele dai Kennedy, che senza prestarci attenzione l’avevano messa al corrente di fatti che non avrebbe dovuto sapere. Tante le motivazioni che condussero all’ennesima relazione fallita. Sembra che Bobby Kennedy si trovasse a casa di Marylin poco prima della sua morte. Non ci sono prove di un omicidio, ma è certo l’insabbiamento delle circostanze del decesso. “Le cose vere alla fine circolano raramente. Di solito lo fanno quelle false”, il documentario si chiude con la voce dell’attrice.  

Miriana Dante

Studentessa di giornalismo, affascinata dal mondo. Amante di viaggi, fotografia, libri e storia. Credo nella professionalità e nella buona informazione.

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