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Birds aren’t real: combattere le fake news con… altre fake news!

Come nasce il movimento?

Sono trecentonovantatre mila le persone che su Instagram supportano – chi stando al gioco, chi credendoci davvero – il movimento “Birds aren’t real”. Il suo fondatore, Peter McIndoe, era un semplice 19enne quando, trovandosi nel 2017 nel mezzo di due manifestazioni (una a favore e una contraria al presidente americano Donald Trump), innalzò un cartello con la scritta: “Gli uccelli non sono reali”.

In un’intervista al New York Times il giovane ha dichiarato di aver reagito spontaneamente, in risposta alle assurdità provenienti dalle teorie complottistiche di cui egli aveva da sempre sentito parlare. La sua famiglia infatti è molto conservatrice – crede a trame come quella secondo cui Obama sia l’anticristo e Hollywood diffonda messaggi contro il cristianesimo.

Le origini del complotto

Sul sito https://birdsarentreal.com/pages/the-history è possibile leggere la storia e le origini del movimento: tra il 1959 e il 1971, 12 miliardi di uccelli sarebbero stati uccisi dalla CIA, che li avrebbe poi sostituiti con dei droni per scovare le spie russe sul territorio americano. Questi volatili robot verrebbero costruiti in bunker dislocati nell’intero continente, in modo da poter replicare gli uccelli tipici di ogni regione.

Gli artefici di questi finti uccelli non sarebbero altro che persone adescate in bar e locali notturni, a cui sarebbero offerte (finte) droghe e acidi. Convinti di essere strafatti e bombardati dalle canzoni dei Pink Floyd “nonstop”, questi individui lavorerebbero nei bunker convinti al loro risveglio di aver sognato tutto: come effetto della droga (non) assunta.

A cosa serve: “Birds aren’t real?”

Tali congetture appaiono ai più incredibili, ed è proprio questo il loro scopo: far sì che le persone si rendano conto di quanto siano surreali questa e tutte le altre teorie complottistiche che suonano allo stesso modo (“aprite gli occhi, finalmente vi sveliamo la verità!”).

“Combattere la follia con la follia”: così McIndoe sostiene di contribuire alla lotta alle fake news. Un’arma paradossale, che offre uno specchio al mondo dell’Internet. Un luogo dalle infinite potenzialità, pieno tuttavia di persone che (in buona o mala fede) creano o diffondono notizie false.

E per quanto possa sembrare inverosimile, i seguaci attivi del movimento sono numerosissimi: solo nel 2021, davanti alla sede di Twitter a San Francisco, si sono riunite migliaia di persone in una protesta contro l’uso di un uccellino come logo del social network. Ma quando si chiede ai membri di “Birds aren’t real” se sia un movimento pericoloso, la risposta è sempre la stessa: “se credi a questo movimento, ciò è l’ultimo dei tuoi problemi: se lo fai, significa che crederai a ogni teoria complottistica esistente.”

Francesca Belperio

Romana, classe ’01. Sono una giovane giurista con una passione per il giornalismo e i pinguini. Sogno di vivere a New York e nel frattempo mi cimento nel teatro, nella danza e nel campeggio. Determinata, ottimista, riflessiva: il mio motto? “Sorridi alla vita e la vita ti sorriderà”.

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