Attualità

Il fascino segreto del “True Crime”

Da qualche anno il genere del “True Crime” affascina in Italia milioni di persone, e l’interesse del pubblico verso le serie tv, le docu-serie, i podcast che raccontano casi di cronaca nera è in costante crescita. Non si tratta di un genere rivolto a un pubblico preciso, ma, al contrario, le storie con i serial killer sono sempre più ricercate da un target di spettatori molto diversi tra loro: un genere trasversale insomma, capace di catturare l’attenzione di tutti, dagli adolescenti agli adulti. 

L’impatto sul pubblico 

Lo scopo dei prodotti del genere del true crime è quello di mettere in scena storie realmente accadute, di fronte alle quali il pubblico viene stimolato a riflettere su ciò che sta vedendo e a farsi una serie di domande, per esempio: “Com’è possibile che si possa arrivare a tanto?”, “Fino a che punto si può spingere la mente umana?”

Questi interrogativi accompagnano gli spettatori per tutta la durata del racconto, fino a portarli ad immedesimarsi nei protagonisti delle storie, di solito nella figura dell’investigatore, di cui può conoscere e condividere le paure e i dubbi legati alle sue indagini. Ma ciò che attrae lo spettatore è soprattutto la curiosità di scoprire i lati malvagi della personalità umana, cercando di comprendere le dinamiche psicologiche che sono alla base delle devianze, della violenza, dei crimini e degli omicidi seriali. 

Un altro aspetto importante è infatti ciò che provano gli spettatori. Il film o il podcast appartenente al genere del true crime provoca diverse emozioni nel pubblico: dalla curiosità, che porta a voler andare avanti e vedere come va a finire la storia, alla paura di ciò che possa succedere, alla rabbia, allo stupore. 

Le ragioni del successo

Nell’ultimo anno molte serie tv che hanno riscosso particolare successo erano ispirate a fatti di cronaca che hanno scosso l’Italia intera: tra le ultime uscite ne ricordiamo in particolare quattro: Elisa Claps, Il massacro del Circeo, Vatican Girl – La scomparsa di Emanuela Orlandi, Avetrana – Qui non è Hollywood

Ma come mai queste serie piacciono così tanto? Perché la gente ama sentir parlare di crimini e di delitti?

Numerose sono state le ipotesi avanzate da psicologi ed esperti criminologi, che hanno cercato di trovare una spiegazione del fenomeno, di capire cioè quali siano le motivazioni che portano anche persone lontane dal mondo del crimine ad interessarsi così tanto a questi gesti efferati. Secondo Scott Bonn, professore di criminologia e autore del libro Why we love serial killers, l’elemento principale che ha contribuito alla popolarità del true crime è la paura. Dunque le storie crime affascinano proprio perché parlano di ciò che ci fa paura, dei lati oscuri della mente umana. Mentre, secondo Psichology Today, il primo motivo per cui il pubblico è così attratto da questo genere è che dà un senso di sicurezza, una sorta di rassicurazione dovuta al fatto che l’assassino, alla fine, viene sempre catturato e assicurato alla giustizia. Per altri ancora, invece, ciò che rende questi prodotti sempre più seguiti è la capacità che hanno di dare voce a un sentimento di frustrazione di fronte alle ingiustizie, sembrano rivelare insomma lo scetticismo del pubblico nei confronti del potere e del sistema giudiziario. Secondo quest’ottica, allora, guardare queste serie può portare lo spettatore ad interrogarsi su questioni etiche e morali e a capire (forse) qualcosa di più su chi siamo e sul periodo nel quale viviamo.

Claudia Menditto

Studentessa di scienze della comunicazione con indirizzo giornalismo. Ambiziosa e determinata. Amante di musica, sport, viaggi e serie tv.

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