Cultura

Capodanno: una festa a misura di lenticchia

La sera dell’ultimo dell’anno, a tavola, sono essenzialmente tre le cose che non possono mancare: una bella compagnia, dei buoni propositi… e tante, tante lenticchie! Le lenticchie sono tra i primi legumi ad essere stati coltivati e consumati dall’uomo: le prime tracce di coltivazione conosciute risalgano a 10.000 anni fa.

Una tradizione che prosegue dall’Avanti Cristo

La tradizione di mangiare le lenticchie durante la notte di San Silvestro risale ai tempi della civiltà Romana, e affonda le sue radici nell’usanza di regalare ad amici e parenti una “scarsella”, ovvero una borsa di cuoio piena di lenticchie da legare alla cintura. A questo gesto veniva associato un augurio ben preciso: che tutti quei legumi, un giorno, potessero trasformarsi in ricchezza.  Alla base di questo auspicio la forma della  lenticchia, che a grandi linee ricorda un po’ la forma di una moneta. Non a caso il termine ‘lenticchia’ deriva dal latino ‘lens’ (‘lente’), un oggetto la cui  forma  sferica,  ricordava una moneta.

Lenticchie e religione

Anche nell’Antico Testamento sono presenti alcuni passi che testimoniano l’utilizzo di questo legume, con riferimento particolare alle figure di Esaù e di suo fratello gemello, Giacobbe. La Genesi narra che Esaù fosse, fra i due fratelli, il migliore nella caccia e nel muoversi nella steppa, il cheé lo rese da subito il pupillo del padre, Isacco. Si narra che, un giorno, Esaù, tornato stanco e affamato dalla campagna, chiese al fratello Giacobbe un piatto della minestra di lenticchie che aveva preparato. Il gemello glielo concesse, a patto, però, che Esaù rinunciasse, in suo favore, alla propria eredità e al diritto di primogenitura. Esaù, che non dava importanza a certi privilegi, accettò. E fu così che rinunciò ad assumere la guida del popolo ebraico. In seguito a questo episodio, Ed è stato proprio questo episodio ad aver favorito nella tradizione ebraica l’associazione del legume alle occasioni di lutto e ad aver dato origine all’espressione che ancora si usa ai giorni nostri “vendersi per un piatto di lenticchie”, che vuole indicare l’atto di darsi via per poco e di ricevere una misera contropartita in cambio.  

Un simbolo di prosperità

Oggi le lenticchie sono simbolo di fortuna e di ricchezza.  Ma il  motivo non è solo storico! Lo si deve anche al fatto che questi piccoli e deliziosi legumi sono un alimento dal grande valore nutritivo, sono infatti ricchi di fibre, proteine, folati, fosforo, potassio, calcio, zinco e ferro (venivano non a caso considerate un tempo “la carne dei poveri”) . Inoltre, l’usanza di consumare durante il cenone di San Silvestro le lenticchie insieme allo zampone, un insaccato piuttosto grasso a base di carne di maiale, rafforza l’auspicio di ricchezza legato a questi piccoli deliziosi legumi.

Elisa Siglioccolo

Studentessa di giornalismo a tempo pieno. Amante della fotografia, dei libri e dei viaggi. Scrivo per raccontare la bellezza che vedo nel mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *