Cultura

Podcast: nuove frontiere della cultura

Quanto spesso negli ultimi tempi abbiamo sentito parlare di podcast, che fosse alla radio, sui giornali, in televisione oppure online? Si tratta di semplici file audio condivisi su piattaforme online che, dai dati pubblicati da statista.com nel 2022, mostrano un notevole incremento in Italia di ascoltatori dal 2018 al 2021: si è passati da 10.3 a 14.5 milioni.

Perché è un mercato in ascesa?

Il podcast si rivela vincente nel catturare l’attenzione dell’ascoltatore, per un tempo di ascolto medio che si aggira tra la mezz’ora e l’ora. Un rapporto di Microsoft pubblicato nel maggio 2014 raccoglie i risultati di uno studio condotto in Canada tra il 2000 e il 2013. Nell’arco di 13 anni la soglia media di attenzione dei soggetti osservati si è ridotta di un terzo, da dodici a otto secondi. “Uno in meno dei pesci rossi”, ammonisce il rapporto. Si possa immaginare oggi a quanti secondi ammonti. Nonostante ciò, lo dimostrano i tempi di ascolto medio di un podcast, l’interesse all’argomento rende l’ascoltatore paziente e curioso di saperne di più.

Un’esperienza immersiva

Uno dei punti di forza dei podcast è proprio l’essere specializzati, di nicchia, in grado di attirare gli ascoltatori in base ai loro interessi, per quanto particolari siano, magari non approfonditi in altri modi se non con un libro. Leggere un libro però richiede un livello di concentrazione più alto, perché è un’attività che si compie in prima persona, mentre un podcast è flessibile, on demand. Lo si può ascoltare nei luoghi e nei momenti più disparati. Mentre si fanno le pulizie, si prende il treno, si passeggia per la città o si guida in macchina. Magari mentre si fa sport al posto della musica, quando si mangia da soli e si cerca compagnia. La voce espressiva di chi racconta rende viva l’esperienza e partecipe il lettore. É un meccanismo simile a quello degli audiolibri, ma basato sulla conversazione, più coinvolgente. I podcast possono legarsi allo storytelling, ovvero al racconto di una storia. Ma un podcast è diverso da un audiolibro, solitamente più lungo, non in puntate e inerente a un testo già scritto.  

Cosa sono, quando e come nascono

Verso la fine degli anni ‘90 la diffusione della rete Internet, la nascita dei primi lettori mp3 portatili come l’Ipod (il primo uscito nel 2001) e lo sviluppo di software di editing digitale sono stati i presupposti ideali per la nascita del fenomeno. Podcast è un termine che deriva dalla fusione di pod, parola inglese che significa “baccello”, e cast, ovvero “lanciare”, “diffondere”. Ne parla in maniera ufficiale, per la prima volta in questi termini, Ben Hammersley sul The Guardian. “Ma come possiamo chiamarlo? Audioblogging? Podcasting?”, così scrive il giornalista nel 2004, quando la moda si stava diffondendo quasi solo negli USA. Gli Stati Uniti D’America infatti non possedevano una radio con copertura nazionale, come può essere la Radio Rai in Italia. Il podcasting dava così l’opportunità ai programmi di essere pubblicati su scala nazionale, sebbene tramite Internet e non con il mezzo della radio.

Miriana Dante

Studentessa di giornalismo, affascinata dal mondo. Amante di viaggi, fotografia, libri e storia. Credo nella professionalità e nella buona informazione.

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