Democrazia in-diretta: intervista agli organizzatori
Nei giorni 21-22-23 febbraio gli studenti della Lumsa si sono cimentati per il terzo anno consecutivo nel progetto “Democrazia in-diretta” ormai fiore all’occhiello delle attività Living in LUMSA.
Lo dimostrano i numeri sempre maggiori: quest’anno infatti hanno partecipato 81 studenti provenienti da diverse facoltà e sono stati discussi 43 emendamenti.
Le tre giornate sono state organizzate dal comitato promotore composto da Alfredo Battisti, Francesco Merli, Vincenzo Lapiccirella e Gianluca Tornini, supportati dal professor Ciaurro, docente di diritto parlamentare e drafting legislativo.
Oggetto dell’iniziativa è stato il ddl Zan, il disegno di legge contro l’omobitransfobia e l’abilismo, su cui i deputati hanno avuto modo di discutere sia all’interno dei gruppi parlamentari, che in assemblea generale. A termine del dibattito finale si è giunti poi alla votazione dei singoli emendamenti, degli articoli e in ultimo del testo di legge nella sua interezza. I lavori sono stati conclusi da una valutazione di sostenibilità normativa del prof. Ciaurro.
A termine delle giornate sono state poste alcune domande sul progetto al Presidente dell’assemblea Battisti e al Vicepresidente Merli.
La terza edizione si è da poco conclusa: facciamo un bilancio!
Battisti: “Ai posteri l’ardua sentenza”, per dirla con Manzoni. Noi semplicemente possiamo dirci soddisfatti e grati.
Abbiamo pensato e desiderato questa III edizione nei dettagli, con un lavoro durato mesi, e siamo rimasti stupiti dalla grande collaborazione dei docenti e del personale amministrativo: ogni ostacolo è stato affrontato insieme, in un lavoro di squadra che ha coinvolto tutte le forze di Ateneo. In tutto questo percorso di preparazione ci hanno accompagnato un vivace entusiasmo e un forte senso di responsabilità, che si è acuito quando ci siamo resi conto di aver ricevuto oltre centotrenta iscrizioni, più del doppio delle nostre migliori previsioni. Siamo rimasti sbalorditi da questa risposta inaspettata dei nostri colleghi, e fino all’ultimo abbiamo perfezionato l’organizzazione delle attività per poterne accogliere quanti più possibile.
Altro traguardo è stata la pluralità dei Corsi di laurea coinvolti: non più solo Giurisprudenza e Scienze politiche ma anche Psicologia, Scienze della comunicazione e tanti altri. Era un obiettivo che ci eravamo prefissati – scegliendo appositamente un tema non giuridico – perché il Parlamento è di tutti! Non un consesso di tecnici, ma un’assemblea rappresentativa della comunità, nel nostro caso accademica.
La III edizione si inserisce inoltre in un progressivo cammino di avvicinamento al reale funzionamento del Parlamento: i lavori sono stati improntati quanto più possibile al Regolamento della Camera dei Deputati, e per la prima volta sono state inserite le sedute in Commissione permanente con le audizioni informali di esperti, per fornire ai partecipanti gli strumenti di lavoro.
Merli: Questa terza edizione per me è stata molto importante. È stato il mio primo anno nel Comitato promotore e ho rivestito anche la carica di vicepresidente, dopo aver partecipato per le prime due edizioni come “simulante parlamentare’’. Il progetto si è consolidato definitivamente nel nostro Ateneo e ciò non era per niente scontato perché è stato il primo anno senza il gruppo da cui è nata l’idea di Democrazia In-Diretta, anche se devo dire che loro non ci hanno mai realmente abbandonato. Abbiamo riportato il progetto in presenza al 100% e abbiamo avuto l’onore di avere con noi per la conclusione dei lavori il Magnifico Rettore. Il numero dei partecipanti ci ha resi orgogliosi di tutti gli sforzi fatti in questi mesi, perché abbiamo triplicato il numero dei consensi. E’ un progetto che funziona e noi dobbiamo essere bravi a farlo andare avanti.
Quest’anno si è tornati in presenza, qual è il valore aggiunto al progetto?
Battisti: Certamente la maggiore propensione al dialogo, al confronto. La modalità mista avrebbe ingessato le trattative parlamentari, raffreddato molto il dibattito e rallentato i lavori: con i numeri record di quest’anno sarebbe stato impensabile. Il cuore di Democrazia In-Diretta, paradossalmente, è al di fuori dall’aula parlamentare: il Transatlantico. Le trattative politiche necessitano di empatia, che certamente non è favorita nelle attività online. Aggiungo: il tesoro di questo progetto sta nelle relazioni. È un’opportunità enorme in cui conoscere persone di altri anni e di altri Corsi di laurea, in cui trovare nuovi amici; è una fucina in cui costruire un senso di comunità Lumsa.
Merli: Democrazia In-Diretta è un progetto dinamico, composto da molteplici fasi, e per essere vissuto appieno la modalità in presenza è fondamentale. Il sistema DAD in questi anni difficili sicuramente ci ha aiutati, e non riesco neanche ad immaginare il tutto senza, ma la differenza tra questa edizione e la precedente è stata notevole. Tolte le mascherine, mi è sembrato di ritornare alla prima edizione, ho rivisto negli interventi dei vari partecipanti quell’entusiasmo che lo scorso anno molto probabilmente era mancato, e che durante la prima edizione vedevo nei miei. Sono certo di poter dire che questo è stato l’anno della ripartenza per il progetto. E’ nato in epoca pre-covid, ha vissuta la fase DAD, la fase di convivenza col virus, e spero che potremo vivere insieme la fase post-covid nella Quarta edizione.
Quali sono le prospettive future?
Battisti: Faccio parte della “seconda generazione” degli organizzatori di Democrazia In-Diretta: l’ho ricevuta da studenti più grandi e la mia missione è affidarla a studenti più piccoli, che continuino e migliorino quello che abbiamo realizzato fino ad oggi. In quest’ottica abbiamo scelto di far eleggere un Segretario di Assemblea e i due Vicepresidenti di Commissione, nonché di assegnare le menzioni finali: per individuare tra i partecipanti più attivi il futuro comitato organizzatore. Ormai il progetto ha buone radici. Con l’esperienza degli organizzatori senior e la creatività dei subentranti si potranno realizzare grandi cose. In Democrazia In-Diretta, e magari anche al di là di questa!
Merli: Abbiamo ereditato il progetto, lo stiamo curando al meglio e dovremo essere altrettanto bravi a consegnarlo nelle mani dei nostri colleghi più giovani già dalle prossime edizioni, perché il progetto piace, sia agli studenti, sia all’Ateneo, e anche all’esterno. Noi, in quanto comitato promotore siamo molto autocritici, e quindi spaccheremo il capello in quattro per perfezionarlo sempre più. Anche perché il progetto sta crescendo insieme a noi. Rispetto all’idea originaria abbiamo aggiunto lo scorso anno gli emendamenti, e quest’anno le Commissioni, le Audizioni, la riunione dei Capogruppo e le elezioni di vari membri della presidenza. Al momento abbiamo già varie idee, partiamo da una buonissima base, facciamo tesoro di tutto ciò che abbiamo potuto apprendere e sono sicuro che riusciremo ad applicarlo al meglio.