Cultura

Addio a Roberto Cavalli, lo stilista anticonformista

“Firenze e l’arte sono qualcosa che fa parte della mia vita ed è parte di me stessa”: sono parole di Roberto Cavalli, noto stilista ed imprenditore italiano, morto nella sua lussuosa villa fiorentina lo scorso 12 aprile, all’età di 83 anni, dopo una lunga malattia che lo affliggeva da tempo.

Cavalli è stato un pilastro della moda italiana, che ha portato il Made in Italy in tutto il mondo, e le sue creazioni rimarranno eterne e sempre modernissime.

Quando il talento è ereditario

Roberto Cavalli nasce a Firenze il 15 novembre del 1940. Fin dall’età adolescenziale manifesta un gusto ed un talento artistico originale ed unico. Ad avvicinare il giovane a questa grande passione, cui ha dedicato tutta la sua vita, è stato sicuramente il nonno. È stato lo stesso stilista a dichiararlo: “Quando ero ancora un bambino mio nonno mi lasciò in eredità una tavolozza di colori con pennelli, un regalo per me preziosissimo, e credo sia stato proprio quello l’inizio della mia passione per l’arte”. Il nonno era Giuseppe Rossi, famoso pittore macchiaiolo, le cui opere sono esposte nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

Come il nonno, anche lo stilista fiorentino segue la sua vocazione artistica: studia all’Istituto statale d’arte del capoluogo toscano, scegliendo come specializzazione le applicazioni tessili della pittura.

Storia imprenditoriale: gli inizi e le innovazioni

L’artista capisce velocemente che la sua vera passione è per l’abbigliamento, più che per le tele da pittore. Inizia a muovere i suoi primi passi nel mondo della moda nei primi anni ’70, portando la sua prima innovazione: una stamperia in cui brevetta un metodo rivoluzionario di stampa su pelle, che lo porta a creare patchwork di materiali e colori diversi. Questo è l’inizio di una storia che ha lasciato il segno nell’imprenditoria italiana e che è durata più di mezzo secolo: la storia di uno stilista ribelle che non aveva paura di osare.

Cavalli presenta la sua prima collezione con il proprio nome nel 1970 al Salon du Prêt-à-Porter di Parigi, ma furono le sue successive sfilate sulle passerelle della Sala Bianca di Palazzo Pitti e di Milano Collezioni a conferirgli la popolarità, attirando l’attenzione di famose maisons, come Hermès e Pierre Cardin.

“Il re dell’animalier”

Lo stilista è stato proclamato dal The New York Times “re dei vestiti animaleschi”, soprannome attribuitogli per l’iconico modello di jeans in denim, stampato con intarsi di pelle in fantasia animalier: l’articolo più richiesto nella sua prima boutique “Limbo”, aperta a Saint-Tropez nel 1972, diventato nel corso degli anni il simbolo dello stile dell’omonima casa di moda.

Lo stile animalier consacrò il successo di Cavalli, dando voce ad una nuova immagine della figura femminile, grintosa e felina. Il jeans animalier firmato Cavalli divenne infatti un capo imprescindibile del guardaroba femminile: dalle top model protagoniste delle grandi campagne pubblicitarie del brand negli anni 90’ alle donne comuni che volevano essere alla moda.

L’arrivo nello showbiz: le varie declinazioni dello stile Cavalli

Il successo dello stilista è prorompente: dalle boutique monomarca agli iconici spazi adibiti ad esercizio commerciale, come il Just Cavalli Club di Milano, inaugurato nel 2002 e divenuto punto di riferimento della movida cittadina, dove si tenevano eventi esclusivi con celebrities come Shakira e Sharon Stone.

Crescono nel tempo le attività imprenditoriali del couturier e, accanto al brand “Roberto Cavalli”, vengono creati altri marchi, tra i quali RC Menswear e la linea giovane Just Cavalli. Tutti i marchi lanciati sul mercato dall’artista diventano sinonimo di estro e di ricercatezza.

Lo stile di vita dello stilista fiorentino ha contribuito senz’altro ad accrescerne il successo, in particolare le avventure da viveur che lo resero protagonista del jet set. Le sue collezioni assunsero, allora, un preciso messaggio, uno stile di vita: se indossi Cavalli ti sai divertire!

L’anticonformismo dell’imprenditore anche nella vita privata

Roberto Cavalli è stato un artista della moda e un imprenditore innamorato della vita e delle donne. Ha avuto infatti tre mogli, con cui ha condiviso anche il lavoro, che hanno accompagnato le fasi creative della sua carriera; da loro ha avuto sei figli.

La notizia della sesta paternità fece il giro del mondo: l’ultima compagna Sandra Nilsson (più giovane di 44 anni) lo ha reso padre per la sesta volta nel marzo 2023, all’età di 82 anni, del figlio Giorgio, chiamato come suo padre ucciso per un rastrellamento della Wehrmacht (Forze Armate naziste) nel comune di Cavriglia, in provincia di Arezzo, quando lo stilista aveva appena quattro anni.

Le passioni, oltre la moda

Gli animali e la natura, che hanno ispirato la creatività del designer fiorentino, hanno rappresentato alcune tra le sue più grandi passioni. Tra queste, i suoi cani, presenze costanti nella sua vita. Durante un periodo di pausa lavorativa alla fine degli anni ’80, Cavalli si è persino dedicato all’allevamento di cavalli da corsa.

I capi d’abbigliamento che rappresentano i “cavalli di battaglia” di Cavalli sono, oltre a quelli animalier (ghepardo, zebrato, pitonato, giaguaro e coccodrillo), quelli con fantasie generalmente ispirate alla natura (per es. ali di farfalla). Spicca poi, nella collezione del 1994, che segna il ritorno dell’artista nella moda, il denim invecchiato, realizzato grazie a uno speciale lavaggio a base di sabbia (c.d. sand-blasted jeans). Queste audaci scelte stilistiche si dimostrarono rivoluzionarie, proponendo una fresca alternativa rispetto all’estetica conservatrice che dominava la moda di quel periodo.

Altra grande passione di Cavalli furono la fotografia e gli yacht di lusso, che disegnò personalmente con la sua inconfondibile cifra stilistica dai richiami animalier. Sullo yacht RC, chiamato con le iniziali dello stilista, e che cambiava colore in base alla luce del sole, ha ospitato party esclusi, a cui hanno partecipato le celebrità dello star system mondiale.

Riconoscimenti, il ritiro e l’eredità artistica

La carriera di Roberto Cavalli è stata costellata di successi e di riconoscimenti. Tra i più importanti, una laurea honoris causa in Fashion Management, che gli è stata conferita dalla Domus Academy di Milano il 18 giugno del 2013.

L’avventura nel fashion dello stilista italiano più anticonformista è terminata nel 2015 con la vendita dell’azienda al fondo Clessidra SGR. Subito dopo, per lo stilista sono iniziati i problemi di salute.

Nella casa di moda da lui fondata, la sua eredità stilistica è proseguita negli anni grazie al lavoro di altri artisti. Dal 2020, alla direzione creativa c’è Fausto Puglisi.

La moda di Roberto Cavalli, simbolo di glamour e di sfarzo, ha ispirato il regista italiano Giulio Base che ha diretto la pellicola intitolata “Just Me!”, dedicata alla vita personale e professionale dello stilista. 

L’addio

Roberto Cavalli, nonostante l’infanzia difficile ed i problemi di balbuzie di cui fu affetto fino ai 20 anni, è riuscito a realizzare i suoi sogni con determinazione ed audacia, come un vero pioniere, creando uno stile inconfondibile e costruendo un impero imprenditoriale che porta il suo nome.

I funerali si sono svolti nell’abbazia di San Miniato al Monte, a Firenze, città che definiva “unica”.

La sua signature fu sempre l’eccesso, che riuscì a portare in scena in tutte le sue collezioni, svelando, attraverso il lato selvaggio della natura, l’essenza istintiva dell’uomo: “Il successo nasce dall’eccesso“, diceva spesso.

Cavalli è stato un visionario ed un innovatore, un artista che ha saputo trasformare il tessuto in opere d’arte viventi elevando la moda a simbolo di cultura e stile di vita. Sfidò e rivoluzionò le regole della moda, in un momento in cui imperava il minimalismo concettuale, venendo definitivamente consacrato nella seconda metà degli anni Novanta nell’olimpo dei grandi stilisti italiani di fama internazionale.

La sua morte chiude un capitolo significativo nella storia della moda. Le sue innovazioni hanno lasciato il segno nel linguaggio moderno della moda italiana e continueranno ad essere fonte di ispirazione per i designer di oggi e di domani.

Lucrezia Maria Santucci

Studentessa di Giurisprudenza. Amante dell'arte in tutte le sue espressioni, dello sport e della lettura.

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