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Arriva Barbie con la sindrome di Down

Barbie è una linea di fashion doll (‘bambola alla moda’) realizzata dalla Mattel il 9 marzo 1959, incentrata su Barbie, la celebre bambola con l’aspetto di una giovane donna americana. Barbie è la bambola più venduta al mondo ed è il prodotto di punta della Mattel, ed è stata anche il primo giocattolo ad avere una strategia di mercato basata per lo più sulla pubblicità televisiva. Quest’anno Mattel ha voluto veicolare un messaggio forte, inclusivo, lanciando sul mercato una Barbie con la sindrome di Down.

La storia

Wisconsin anni ‘50: mentre guardava sua figlia Barbara giocare con delle bambole di carta, Ruth Handler si accorse che alla bambina piaceva dare alle bambole ruoli da adulte (all’epoca le bambole rappresentano principalmente neonati). Ruth, aiutata dall’ingegnere Jack Ryan, suggerì a suo marito Elliot, cofondatore nel 1945 con Harold Matson della casa di giocattoli Mattel, l’idea di una linea di bambole dall’aspetto adulto: nacque così la prima Barbie, a cui fu dato il nome della figlia Barbara. La bambola esordì nei negozi il 9 marzo 1959, con un costume da bagno zebrato, la pelle chiara e i capelli neri legati in una lunga coda; successivamente però apparirà quasi sempre bionda. A distanza di 15 anni, nel 1974, uscì per la prima volta a San Francisco una Barbie snodabile. 

Mentre Barbie diventava uno dei giocattoli più venduti al mondo, Mattel ne accresceva il mito con una vera e propria biografia: le fu dato un nome completo (Barbara Millicent Roberts), una famiglia, un fidanzato, e degli amici provenienti da vari paesi, che costituirono un nuovo sistema di personaggi e accessori da vendere a bambine e collezionisti.

La bambola con la sindrome di Down

Dopo aver visto in passato Barbie “curvy”, Barbie e Ken sulla sedia a rotelle o con le protesi, Barbie con la vitiligine e l’apparecchio acustico, arriva ora la Barbie con la sindrome di Down. La nuova bambola fa parte della linea Barbie Fashionistas, creata per consentire a un numero ancora più ampio di bambini e bambine di rivedersi in Barbie. Oltre all’aspetto fisico che riproduce quello di chi ha questa sindrome, anche abiti e accessori lanciano un messaggio preciso: la collana con tre frecce verso l’alto rappresenta le tre copie del 21esimo cromosoma, il materiale genetico che causa le caratteristiche associate alla sindrome di Down; il vestito è giallo e blu, i colori utilizzati nella giornata dedicata alla consapevolezza della sindrome di Down; le scarpe hanno i plantari rosa. Per progettare la bambola, disponibile in tutto il mondo dal 25 aprile 2023, il brand ha lavorato a stretto contatto con l’associazione americana National Down Syndrome Society, definendo l’aspetto del viso, del corpo, dell’abbigliamento, degli accessori e della confezione. 

Per il lancio in tutto il mondo sono state coinvolte influencer con la sindrome di Down: Ellie Goldstein, modella del Regno Unito, Eleonore Laloux, city counselor e scrittrice francese, ed Enya, modella e influencer dei Paesi Bassi. Tutte entusiaste nel vedere per la prima volta la bambola che le rappresenta. Per l’Italia è stato scelto Luca Trapanese, papà single che ha adottato Alba, una bambina con la sindrome di Down. Lo stesso Trapanese ha dichiarato in un’intervista che quando è stato contattato dalla Mattel ha subito pensato che il messaggio sociale fosse davvero potente: per una bambina disabile (ma anche per una bambina che non lo sia) riconoscerci in un giocattolo è molto importante. Attraverso il gioco, senza fare troppi giri di parole o spiegazioni, si possono educare i bambini all’inclusione e alla convivenza con la diversità. 

Mattel non è la prima azienda a produrre giocattoli con sindrome di Down: la bambola Annie della Selma’s Dolls, ad esempio, rappresenta una bimba bionda con la sindrome di Down e include un libro che racconta le sue storie di amicizia con altri bambini. Barbie, però, è certamente la più rappresentativa della nostra società poiché ha le sembianze non di una bambina ma di una donna con la sindrome di Down, orgogliosa e determinata come tutte le Barbie. 

Gabriella Villella Rodio

Studentessa di scienze della comunicazione con indirizzo giornalismo. Amante della cronaca nera, dei viaggi, della scoperta del mondo, del cinema e delle serie tv. In tutto ciò che faccio ci metto sempre il cuore.

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