Cultura

Avatar 2: grido d’allarme sulla condizione ambientale della terra

Tra paesaggi edenici e oceani cristallini, “Avatar: la Via dell’Acqua” – il nuovo film di James Cameron, uscito nel dicembre del 2022 – punta ad essere l’ispirazione per una presa di coscienza sulle disastrose condizioni ambientali nelle quali viviamo. “La salvaguardia dell’ambiente è qualcosa che dobbiamo condividere tutti”, ha affermato il regista, che in linea con questo messaggio ha deciso di realizzare tutto il film seguendo pratiche ecofriendly

Il messaggio ambientalista

È una bellezza velenosa quella di Pandora, il satellite nel quale sono ambientate le vicende del film, perché si pone come obiettivo quello di diffondere un esplicito (e crudelmente reale) messaggio ecologista: il mondo in cui viviamo sta andando alla deriva a causa della nostra tendenza distruttiva e del nostro interesse per il profitto, a scapito spesso della natura e dell’ambiente. 

La Terra e Pandora: due realtà opposte a confronto

Nel film, il pubblico è costretto a fare un confronto tra l’incanto paradisiaco di Pandora e la devastazione ecologica del nostro mondo: se sul grande schermo ciò che appare è un oceano limpido e azzurro, una foresta priva di contaminazione ed un ecosistema dove tutti vivono in armonia, sulla nostra terra, al contrario, sono presenti solo plastiche sparse per i mari, disboscamenti continui e guerre senza fine. C’è l’incapacità di comprendere gli altri, unita alla mancanza di comunicazione con la natura: se da un lato ci sono i Na’vi, in grado di connettersi ad essa sia mentalmente che fisicamente, dall’altro ci siamo noi, che non proviamo nemmeno ad ascoltare ciò di cui l’ambiente ha bisogno; e ancora, se da una parte ci sono il rispetto e l’accoglienza tra i popoli di clan differenti (come i Metkayina che ospitano gli Omaticaya), dall’altra c’è una forte tendenza alla sottomissione delle popolazioni indigene. 

Come risolvere queste problematiche ambientali?

La risposta a questa domanda prende il nome di “Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework”, definito dal segretario generale dell’ONU come un vero e proprio “patto di pace con la natura”: si tratta del recente accordo che è stato stipulato dalle Nazioni Unite durante la COP15 (ossia la XV Conferenza delle Nazioni Unite sulla diversità biologica) che ha avuto luogo a Montreal (Canada) dal 7 al 19 dicembre 2022. Il documento ha alcuni principali obiettivi: proteggere il 30% delle terre, degli oceani, delle zone costiere e delle acque della terra; rigenerare almeno il 30% degli ecosistemi degradati; dare più diritti alle comunità indigene nella tutela della natura. 

Certo è che anche noi cittadini possiamo aiutare l’ambiente, attraverso scelte che siano più sostenibili, o evitando di contribuire all’inquinamento. È lo stesso Cameron che vuole darci una dimostrazione pratica di questo insegnamento, realizzando l’intera produzione del film seguendo pratiche totalmente ecofriendly (grazie, soprattutto, all’installazione di un impianto fotovoltaico da cinque milioni di dollari che ha alimentato gli Studios in cui si trovava il set). ‘Avatar, la Via dell’Acqua’, dunque, risulta essere un film ecologico sia nel messaggio che nella realizzazione. La volontà del regista è, per l’appunto, “che questo film possa far sentire il pubblico connesso all’oceano e fargli suscitare delle riflessioni”, nella speranza che anche per ognuno di noi questa tematica diventi importante. 

Elisa Siglioccolo

Studentessa di giornalismo a tempo pieno. Amante della fotografia, dei libri e dei viaggi. Scrivo per raccontare la bellezza che vedo nel mondo.

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