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Dipendenza da smartphone e pc, mantenere un equilibrio

Nel corso della storia dell’uomo ci sono state tante invenzioni che hanno cambiato radicalmente il nostro modo di vivere. Tutte avevano lo scopo di modificare la realtà fisica, senza promuovere un distacco dal mondo reale. Le nuove tecnologie, invece, segnano un punto di rottura: internet e i moderni dispositivi elettronici, come smartphone, tablet e computer, ci permettono di avere accesso ad un mondo nuovo e alternativo.

Un mondo che, nonostante presenti tantissimi aspetti positivi, può diventare facilmente fonte di dipendenza, al punto da modificare la sfera sensoriale della psiche umana, determinando comportamenti compulsivi e disadattivi.

Perché i nuovi dispositivi sono così desiderati

Sono tre le caratteristiche principali che contribuiscono a rendere i dispositivi elettronici particolarmente “appetibili”: gioco, onnipotenza e gratificazione.

La prima è forse la meno intuitiva, ma, come confermano diverse evidenze scientifiche, molte delle tecnologie moderne sono in grado di elicitare un’area del cervello che ha a che fare con il gioco, immergendo chi le usa in un’atmosfera fantastica e ludica che alleggerisce il peso della realtà percepita.

Un altro aspetto che si tende a sottovalutare è il senso di onnipotenza che deriva dal totale controllo che esercitiamo sul dispositivo. Il potere che percepiamo dall’utilizzo di computer o smartphone, sembra essere infatti (molto spesso) illimitato. Inconsapevolmente finiamo per credere che il computer sia un’estensione della nostra mente, sino a identificarci con esso. Il rischio è un ribaltamento dei ruoli, una perdita di controllo nell’uso del dispositivo, proprio a causa dell’eccessivo controllo che esercitiamo. In altre parole: è il computer a controllare noi e non il contrario.

La gratificazione generata dal primo impatto con le nuove tecnologie è stata paragonata, in diversi casi, alla fase di “luna di miele” che un tossicodipendente attraversa con la sostanza di cui abusa. Si tratta di un periodo che può durare fino a 5 o 6 mesi, in cui il soggetto dipendente scopre mondi nuovi e appaganti, in un vissuto simile a quello di una rivelazione. Ne possono conseguire comportamenti maladattivi e compulsivi, come sacrificare le ore di sonno, gli impegni e le relazioni importanti.

In quali casi si sviluppa più facilmente una dipendenza?

Tendenzialmente, la maggior parte delle persone, terminata la fase di “rivelazione” e di profonda gratificazione, cessa di assumere determinati atteggiamenti, perché si rende conto sia dell’impatto negativo che hanno sul loro stile di vita sia della natura effimera della gratificazione ricevuta. Tuttavia, soggetti che vivono in condizioni di stress o in ambienti familiari disagiati, come accade per il tossicomane, possono subire ricadute, attraversare periodi di astinenza, e quindi sviluppare una vera e propria dipendenza da internet e dai dispositivi elettronici.

Mantenere un equilibrio: la sfida del futuro

La facilità con cui possiamo avere accesso al mondo virtuale rappresenta, allo stesso tempo, il punto di forza e il punto debole delle innovazioni moderne. La sfida più grande della nostra società sta allora nel cercare di mantenere il delicato equilibrio fra mondo reale e virtuale. Bisogna evitare di abbandonarsi alla tentazione di preferire una rappresentazione della realtà invece della realtà stessa, soprattutto quando il virtuale assume sempre di più le caratteristiche del mondo concreto. Rimarrà immutabile la distinzione fra mondo reale, chiuso e limitato, e mondo virtuale, infinito e aperto. Se saremo in grado di gestire e bilanciare la nostra presenza in entrambi i “mondi”, allora avremo a disposizione i più potenti strumenti grazie ai quali evolverci, come società e come individui.

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