Esteri

La corsa all’Eliseo, elezioni presidenziali francesi 2022

L’elezione presidenziale 2022 permetterà di eleggere il futuro presidente della Repubblica francese per un mandato di cinque anni. Il primo turno si terrà domenica 10 aprile 2022, mentre il secondo turno tra i primi due candidati domenica 24 aprile 2022.

Quale è la modalità di voto?

Il presidente della Repubblica francese è eletto a maggioranza assoluta dei votanti a suffragio universale, secondo un sistema di voto uninominale maggioritario a due turni. 

Ad ogni modo, se un candidato ottiene la maggioranza assoluta dei voti espressi il 10 aprile, viene eletto direttamente al primo turno. In caso contrario, i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti al primo turno partecipano al secondo turno. Il candidato che ottiene la maggioranza dei voti espressi viene allora eletto Presidente, per una durata quinquennale, rinnovabile una sola volta.

Chi sono i candidati alla presidenza della repubblica?

È ormai chiaro a tutti chi si lancerà nella competizione elettorale del 2022. Infatti, lunedì 7 marzo, il Consiglio costituzionale ha annunciato la lista ufficiale dei candidati alle elezioni presidenziali, che per legge hanno superato il limite delle 500 parrainages o signatures (“presentazioni” o “firme”) indispensabili per la qualificazione al primo turno. In totale saranno ben dodici le personalità politiche qualificate per la presidenza: Nathalie Arthaud; Fabien Roussel; Emmanuel Macron; Jean Lassalle; Marine Le Pen; Eric Zemmour; Jean-Luc Mélenchon; Anne Hidalgo; Yannick Jadot; Valérie Pécresse; Philippe Poutou; Nicolas Dupont-Aignan.

Il semipresidenzialismo francese

Il Capo dello Stato francese, chiamato “Presidente” trae (diversamente dal Presidente della Repubblica Italiano) la sua legittimazione direttamente dall’elezione popolare. Di conseguenza il Presidente della Repubblica francese gode di importanti poteri, quasi monarchici. Parliamo infatti di una costituzione, quella della V repubblica sancita nel 1958 e ancora oggi in vigore che fu cucita del giurista Michel Debré addosso al generale Charles De Gaulle ed ha avuto nell’ampliamento dei poteri della presidenza il suo tratto distintivo. 

Addirittura con il referendum del 2000 si è tolta la cosiddetta “coabitazione” (situazione in cui la maggioranza parlamentare e il capo dello stato in carica appartengono a schieramenti opposti dovuta alla differenziazione temporale dei mandati) per cui adesso il Presidente della Repubblica resta carica per 5 anni così come il Parlamento. Tuttavia le funzioni esplicate dai due organi costituzionali sono evidentemente diverse: da una parte il Presidente è in carica occupandosi soltanto dei massimi sistemi, dall’altra parte il primo ministro si occupa principalmente della cosiddetta amministrazione corrente ovvero delle beghe interne. Dunque è il Presidente ad essere il vero portatore dell’indirizzo politico e a lui spetta il ruolo di direzione politica dedicandosi a quelle che sono le questioni cruciali per determinare la fisionomia del Paese quali la sua strategia e l’implementazione delle politiche pubbliche.

Massimo Maria Putti

Nato a Roma nel 2002, cresciuto ad Ancona. Attualmente studente LUMSA. Tra i banchi del liceo è nata la passione per la politica, che si è accumulata a quella per la storia, per la filosofia e per i viaggi.

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